Guerra civile in Myanmar: “È un genocidio a ritmo lento”

E’ guerra civile in Myanmar. Aumentano le persone in fuga dagli attacchi sproporzionati e violenti dei militari. Nella giungla, donne e bambini faticano a sopravvivere. Nella mancanza di cibo, igiene, acqua pulita, il rischio è la diffusione di malaria e dissenteria. I militari bloccano anche l’accesso agli aiuti umanitari. Due volontari sono stati uccisi mentre portavano sul motorino gli aiuti agli sfollati. Un “genocidio a ritmo lento”, dice padre Maurice Moe Aung, missionario originario di Loikaw che opera in Italia. “Se non vengono aiutati dalla Chiesa, gli sfollati non hanno nessuna speranza di sopravvivere”