Hiroshima e Nagasaki: Dichiarazione interreligiosa per gli 80 anni dell’atomica. “Pace e abolizione del nucleare”
Religioni unite per dire basta al nucleare: nell’80° anniversario di Hiroshima e Nagasaki, 80 organizzazioni di fede chiedono pace, giustizia e abolizione delle armi atomiche, denunciando i danni umani e ambientali di test, incidenti e filiere nucleari
Hiroshima e Nagasaki furono “le prime città a sperimentare l’inferno sulla Terra per gli attacchi nucleari del 6 e del 9 agosto 1945”: furono “attacchi deliberati, volti a provocare morti di massa e distruzione totale”, ma ci sono stati anche oltre 2.000 test nucleari “condotti con totale disprezzo delle conseguenze, per uccidere altrove e dimostrare la propria forza ai nemici”. Così si legge nella “Dichiarazione interreligiosa congiunta in occasione degli 80 anni dal primo utilizzo di armi nucleari” che porta le firme di 80 organizzazioni e comunità di tutte le religioni del mondo per denunciare come “la continua distruzione e la violenza causate dallo sviluppo delle tecnologie nucleari e dagli incidenti nucleari dimostrano quanto pericoloso abbiamo reso il nostro mondo in vista di questi obiettivi”. E “mentre violenza e conflitti insopportabili affliggono il mondo”, continua il testo, “noi, come comunità e organizzazioni religiose, ci uniamo al crescente movimento di persone – consapevoli della natura intollerabile della violenza e dell’avidità – per chiedere la pace, l’abolizione del nucleare e la giustizia in tutte le loro forme”. Tra i firmatari ci sono Pax Christi internazionale, il Consiglio mondiale delle Chiese, la Comunità di Sant’Egidio, comunità religiose in ogni parte del mondo che insieme affermano “che un’altra via è possibile: una via radicata nella solidarietà, nella dignità umana e nella speranza”. Così sarebbe se i circa 100 miliardi di dollari spesi per lo sviluppo di armi nucleari nel 2024 venissero reindirizzati verso la salute, l’istruzione, i diritti umani. A uccidere la vita non sono solo le armi nucleari, ma tutta la filiera del combustibile nucleare che “infligge gravi danni a persone, terra, acqua, aria ed ecosistemi per generazioni, in modo più acuto nelle comunità indigene ed emarginate in prima linea”. Secondo le religioni, le armi nucleari non sono sinonimo di progresso. Questa multiforme e variegata comunità di credenti chiede l’abolizione del nucleare e si impegna a “prestare attenzione ai danni storici e attuali dei disastri nucleari”; a pregare e lavorare affinché tutte le terre, le comunità e gli esseri viventi possano essere sicuri, sani e in pace; a mettere “i nostri doni, le nostre intuizioni e le nostre posizioni per promuovere gli sforzi per la pace, le giuste relazioni e l’abolizione del nucleare”. Il cambiamento è possibile perché non poggia solo sugli Stati nazionali, ma “sulla coscienza e sul coraggio delle persone in tutto il mondo”. La dichiarazione congiunta sarà aperta alla firma fino alla fine di agosto (https://bit.ly/InterfaithAug2025-Forghirom).