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I ribelli della Saccisica. La storia di chi non va nei libri
Primo romanzo per il drammaturgo Antonio Zanetti. Intreccio ambientato nel 1327 a Piove di Sacco, tra personaggi storici e vicende di popolani
MosaicoPrimo romanzo per il drammaturgo Antonio Zanetti. Intreccio ambientato nel 1327 a Piove di Sacco, tra personaggi storici e vicende di popolani
La storia, raccontata da chi non è passato alla storia, ma l’ha vissuta e sofferta come e più di tanti re e condottieri. È questo il punto di vista de I ribelli della Saccisica, di Antonio Zanetti, attore e autore di testi teatrali, alla sua prima prova come romanziere. Da sempre appassionato delle vicende storiche soprattutto locali, un giorno, leggendo un saggio su Corte (frazione di Piove di Sacco), si imbatté in quattro righe che parlavano del ritrovamento, nel 1327, dei corpi di due mercenari tedeschi al soldo di Marsilio da Carrara, delle truppe comandate da Engelmar di Villanders, che per rappresaglia mandò il fratello Griffon a mettere a ferro e a fuoco il piccolo borgo. Da qui lo spunto per un romanzo storico che fa fare al lettore un tuffo nel Medioevo di questa terra ricca di tradizioni e leggende. «I soldati di Griffon distrussero tutto. Fecero una strage, a monito anche per gli altri paesi – spiega Zanetti – Così mi è venuta l’idea di immaginare l’antefatto e costruirci intorno una storia che avesse per protagonisti personaggi comuni. E un passo alla volta si è delineato questo romanzo, che ho scritto senza avere prima una trama ben precisa, ma procedendo di pagina in pagina, come faccio per il teatro. Ho cercato di inquadrarla attentamente nella realtà storica e geografica. Ho cercato i toponimi dell’epoca». Nell’intreccio si affiancano vicende di personaggi realmente esistiti, come l’inquisitore di Padova Andrea dal Sasso, con quelle di gente del popolo. C’è un monaco ex templare e una donna a cui è stata distrutta la famiglia. Ognuno di questi personaggi ha una sua storia, che si incrocia con le altre. «È un romanzo di avventura e sentimenti. Con riferimenti ai luoghi di Piove di Sacco, com’erano all’epoca. La chiesetta di Santa Maria di Righe, ad esempio, c’era già. Ho immaginato che il fatto fosse accaduto tra Corte e Righe. Per me è stato molto interessante fare queste ricerche consultando il codice diplomatico Saccense. La mia idea – conclude l’autore – era affermare che gli atti di coraggio, gli slanci di lealtà verso gli amici, lo spirito di sacrificio, ci vengono narrati sempre riferiti a personaggi importanti. Ho voluto riabilitare la gente comune, che non finisce nei libri di storia».