Idee
Il buio cala sull’Ucraina. La testimonianza di don Moreno Cattelan
Il blackout paralizza le città da Kiev a Leopoli. Un assedio moderno secondo don Moreno Cattelan: prima si affamava il popolo, oggi si taglia la corrente
Il blackout paralizza le città da Kiev a Leopoli. Un assedio moderno secondo don Moreno Cattelan: prima si affamava il popolo, oggi si taglia la corrente
«È saltata la luce, siamo al buio più completo. Sono le 5 del pomeriggio ed è notte. Nei palazzi vicini ora qualcuno comincia ad accendere le luci, anche nel nostro oratorio han preso queste lampade con la batteria e fino alle 9-10 di questa sera (venerdì 9 dicembre, ndr) saranno la nostra unica illuminazione. Ceneremo a lume di candela, insomma, ma oramai ci siamo abituati». Don Moreno Cattelan è a Leopoli, di ritorno in Ucraina dopo un breve soggiorno in Italia. La via per Kiev è ancora lunga e anche nella città più europea d’Ucraina inizia a sentirsi il peso dei bombardamenti che sistematicamente mirano a colpire le infrastrutture del Paese. «La vita che a Leopoli era tranquilla ora è un disastro – continua il missionario orionino padovano – Dicono sia l’assedio moderno: una volta assediavanola città affamandola, ora si assedia facendo saltare le stazioni della corrente elettrica. Una cosa che hanno fatto anche lunedì quand’ero in viaggio con un bombardamento a tappeto di 50 o 60 missili, sempre su queste infrastrutture». A metà novembre il Governo di Kiev stimava fossero 10 milioni i cittadini senza luce elettrica, un numero che si è modificato nel tempo anche in funzione di una politica volta ad assicurare almeno alcune ore di servizio. Nei giorni scorsi, l’operatore di rete Ukrenergo riceveva un prestito di 300 milioni di euro dalla Banca centrale europea per la ricostruzione e lo sviluppo per rimettere in esercizio i cavidotti. «Sono preoccupato per la reazione che le persone potranno avere anche tra una settima o due – racconta ancora don Moreno – Arrivano le feste, c’è la neve e speriamonon prendano di mira anche gli acquedotti. Sarebbe un disastro totale. Il 19 dicembre si farà lo stesso la festa di san Nicola, si cerca di vivere la normalità per come si può. C’è già questo pesante clima di stanchezza, le persone che incontri sulle scale di casa hanno difficoltà nelle piccole cose essenziali come scaldare il biberon o salire gli scalini col passeggino». La vera guerra di logoramento si combatte nelle retrovie di un Paese stanco e frustrato da mesi di resistenza a una guerra che dura più o meno sottotraccia da quasi un decennio: «Speriamo arrivi la pace ma non sappiamo come faremo a sanare questo cratere che si è creato fra due popoli, quello ucraino e quello russo. C’è poi anche la questione religiosa: da quando hanno trovato delle spie russe in un monastero, volevano fare una legge per vietare le celebrazioni. Si sta creando anche a livello religioso un forte contrasto che già era iniziato con le prese di posizione di Kirill a favore della guerra».