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Il dibattito. Salario minimo? Meglio i contratti
Il dibattito I rapporti di lavoro già oggi superano di molto i 9 euro
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«Salario minimo? In provincia di Padova, nel 2022, le aziende hanno cercato 28.590 operai specializzati. Non sono riusciti a trovarne più della metà. Ci stiamo contendendo il personale a suon di benefit, andando così ben al di sopra del salario indicato di 9 euro, già da molto tempo!». Il presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio ci tiene a puntualizzare che il salario minimo, fissato per legge, è una proposta semplicistica che non ha nulla a che vedere con la realtà che tutti i giorni vivono gli imprenditori artigiani. Bisogna tener conto, poi, che oltre ai benefit, i contratti definiscono anche gli elementi aggiuntivi individuali. «La legge può fare meglio della contrattazione collettiva che nel nostro Paese garantisce nell’artigianato salari ben superiori a 9 euro l’ora? Si tratta di una proposta che tende a disarticolare le relazioni industriali. Vogliamo davvero superare un metodo che, oltre a determinare salari rispettosi dell’art. 36 della Costituzione, è anche lo strumento che ha consentito di individuare soluzioni su misura per le esigenze organizzative e di flessibilità di imprese appartenenti a settori e con mercati spesso estremamente diversi fra di loro, assicurando importanti tutele collettive ai lavoratori, anche attraverso il proprio consolidato sistema di bilateralità» continua Dall’Aglio.
Fringe benefit Secondo una stima realizzata da Confartigianato Imprese Padova, nel Padovano, nel 2022, sono stati spesi 3 milioni e 500 mila euro di fringe benefit per 8.700 dipendenti. Oltre il 40 per cento delle imprese artigiane in provincia ha scelto di erogare i benefit ai loro collaboratori.
Il welfare della bilateralità«Questa cifra va ad aggiungersi al welfare erogato dagli enti bilaterali che definiscono, attraverso i contratti territoriali, i sostegni per i lavoratori di un comparto – spiega Dall’Aglio. Non possiamo ignorare che nel nostro Paese il contenuto protettivo dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative è fra i migliori del mondo. Infatti, prevede già condizioni e strumenti per sostenere i redditi e migliorare la produttività e offre tutele collettive e sistemi di welfare integrativi. E ciò è ancor più vero nell’artigianato veneto dove la contrattazione integrativa regionale di secondo livello, che copre quasi 140 mila lavoratori, oltre al salario tabellare nazionale, eroga benefici economici importanti per i lavoratori di tutti i settori, sia in termini di retribuzione diretta, che di trattamento differito con quote aggiuntive versate alla bilateralità, al fondo di assistenza sanitaria integrativa, alla previdenza integrativa e la sicurezza. In questo contesto sarebbe necessario che lo Stato intervenisse sulla parte fiscale e contributiva, detassando tali elementi integrativi, garantendo in tal modo un beneficio importante per i lavoratori e le aziende, senza di fatto incidere sulle entrate dello Stato».