“Governare i conflitti” è il tema scelto dal vescovo Claudio per l’incontro con i sindaci dei Comuni che fanno capo alla Diocesi di Padova che si è tenuto – come da tradizione – nel pomeriggio di venerdì 3 ottobre all’Opsa di Sarmeola. Una novantina i primi cittadini che si sono ritrovati per un appuntamento che ha l’obiettivo di offrire agli amministratori una “pausa” per recuperare il senso profondo del servizio che svolgono quotidianamente e che in questo 2025 ha assunto anche il tono giubilare.
Nell’introduzione, don Luca Facco, vicario episcopale per i rapporti con il territorio, ha sottolineato come il tema dei conflitti e la loro gestione accomuni tutti, e i primi cittadini sono forse una delle categorie più esposte al «clima ostile» che si respira in questo periodo storico. «Spesso, in questo momento, è più facile vedere dei nemici più che delle persone attorno a noi – ha aggiunto il vicario – come se dovessimo difenderci da chiunque. È incredibile quale cambiamento culturale stiamo vivendo». Eppure c’è anche una funzione positiva del conflitto, attraverso il conflitto passano la crescita, la scoperta della propria identità, la contezza del limite dato dalla presenza dell’altro.
Il vescovo Claudio ha esordito ringraziando i sindaci per il loro servizio e la loro numerosa presenza e, entrando nel tema della giornata, si è concentrato sull’aspetto comunicativo: «La politica fatica a trovare linguaggi e modalità diverse dalla polarizzazione delle posizioni, dall’arroccamento talvolta pretestuoso e paralizzante; con forme di attacco all’avversario, che impediscono di vedere nell’altro una controparte con cui confrontarsi.
Purtroppo anche nelle relazioni interpersonali l’atteggiamento di difesa dall’altro sfocia in eccessi di indifferenza o di aggressività. Anche verso le istituzioni è così: dall’ignorarle sfruttandone i benefici e spesso senza il rispetto delle regole, al farne oggetto di pretese e attacchi. In tutto questo la comunicazione tutta e in particolare sui social non aiuta, e credo sia uno spazio su cui siamo chiamati a vigilare e a dare l’esempio, perché gran parte della vita delle persone si consuma sui social e gran parte del pensiero si alimenta delle notizie, delle opinioni e delle conversazioni che vengono postate nei vari profili».
Pensando più in dettaglio la posizione del sindaco e della sindaca, il vescovo ha aggiunto: «Il conflitto, infatti, non è di per sé negativo. È parte del nostro vivere e spesso è energia del cambiamento; non va temuto, ma piuttosto va governato proprio perché sia tramite alla composizione delle differenze e delle contrapposizioni. Negare i conflitti è pericoloso quanto fomentarli».
E in tutto questo c’è un’attenzione per nulla scontata da mantenere ed è quella «rivolta al dialogo interiore, con l’umiltà di ascoltare il conflitto interno alla nostra coscienza. Si tratta di un conflitto positivo perché ci allerta che il bene potrebbe essere in pericolo. È faticoso ascoltarlo ma forse conviene per non correre il rischio che siano l’istinto e l’abitudine a muoverci».
A seguire, il formatore Simone Tommasini ha guidato un momento di confronto sulla gestione dei conflitti, durante il quale i sindaci hanno preso la parola. Tra i molti spunti emersi l’incomunicabilità che sta alla base di ogni conflitto in un contesto in cui a livello interpersonale la conflittualità raramente si accende per la cattiveria, ma proprio per la difficoltà di entrare in una comunicazione efficace e rispettosa. Il pomeriggio si è concluso con la celebrazione della Parola nella chiesa dell’Opsa durante la quale i sindaci hanno ricevuto la benedizione del vescovo.