Il vero regalo di Natale. Siamo circondati di miracoli. Basta saperli vedere

Un miracolo senza frac nero e cilindro:bianchi colombi che si alzano in volo.Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:oggi il sole è sorto alle 3.14e tramonterà alle 20.01Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:la mano ha in verità meno di sei dita,però più di quattro.Un miracolo, basta guardarsi intorno:il mondo onnipresente.Un miracolo supplementare, come ogni cosa:l’inimmaginabileè immaginabile.Da La fiera dei miracoli di Wisława Szymborska

Luca Bortoli

direttore

C’è qualcosa di meglio di questi versi della poetessa polacca, premio Nobel per la letteratura nel 1996, può rappresentare un vero regalo di Natale?

Me lo sono chiesto in questi giorni tormentati da tanti fatti che rimbalzano sulle cronache nazionali e locali, fatti che spesso ci riguardano da vicino. Penso agli ucraini, che oggi la guerra prende per fame e per freddo. Penso a Marina di Massa, dove lunedì si è registrata l’ennesima morte sul lavoro di un anno nero, proprio mentre la Cgil era ricevuta in udienza da papa Francesco. Penso a molti lavoratori che magari conservano la vita, ma non sanno se sapranno mantenere la loro casa, gravata da un mutuo che oggi non riescono a pagare. Tra i lavoratori penso anche a chi non riesce a concedersi una pausa, il giusto riposo, o perché annega lì le fatiche familiari o relazionali, o perché ha bisogno di quei soldi in più che gli straordinari garantiscono. I funerali di Siniša Mihajlović e del collega giornalista Mario Sconcerti, oltre alla malattia di Gianluca Vialli, tengono accesa l’attenzione su tutte le persone che si trovano in ospedale o che convivono con una diagnosi infausta. Penso a loro e ai loro familiari, che li curano e li supportano ogni giorno vivendo la carità e l’amore nella forma forse più nobile. Ma penso anche a chi ha il coraggio di lottare per la libertà sapendo che rischia la vita, come le donne e i giovani iraniani che a distanza di tre mesi ancora non abbandonano le piazze e non si coprono il capo. Penso che i valori a cui aspirano sono gli stessi che altri infangano con le sporche banconote provenienti dal Golfo Persico ritrovate nei loro appartamenti di Bruxelles.

Proprio loro che, per esserci cresciuti dentro, non comprendono il valore della democrazia, della giustizia, dei diritti umani, che non sono scontati nemmeno nel 2023 che inizia e neppure nella nostra Italia: basti pensare ai molti casi di caporalato e sfruttamento che registriamo ogni giorno. Eppure l’inimmaginabile è immaginabile, come scrive Szymborska. Quello che abbiamo davanti ai nostri oggi, in fin dei conti, è un continuo miracolo che si rinnova. Lo è il sole che sorge? Certo! Ma anche le vette montane che si tingono di bianco. Il passante che incrociamo sul marciapiede che pronuncia un «buongiorno» dopo decine di scene mute. Lo è un’ora di spensieratezza, davanti a uno spritz al bar del centro, del nostro quartiere, della piazza del nostro paese. Sono tutti regali, a ben vedere, esperienze che oramai diamo per scontate e che pure abbiamo senza merito o senza acquisto. Ma il privilegio più grande è quello di poter scegliere, programmare le nostre giornate, anche le prossime di festa! Ci sono molti uomini nel mondo per i quali le giornate scorrono tutte uguali, e allora i dettagli assumono un valore in più. È così, siamo circondati di miracoli anche nelle disgrazie, tutto sta nel riuscire a contemplarli. Buon Natale. Di cuore.

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