Idee
Il viaggio di papa Francesco, ai confini della Terra, tra le Chiese vive
Il viaggio apostolico più lungo di papa Francesco tocca Asia e Oceania: dialogo e cura del Creato sono alcuni temi
IdeeIl viaggio apostolico più lungo di papa Francesco tocca Asia e Oceania: dialogo e cura del Creato sono alcuni temi
Il dialogo e la convivenza armoniosa tra le religioni, la riconciliazione sociale, i cambiamenti climatici e i loro effetti devastanti in terre di oceani e di vulcani, l’equilibrio tra lo sprint economico e tecnologico e lo sviluppo umano, sociale e spirituale dei popoli. Poi, l’evangelizzazione, antica e moderna, in latitudini in cui le comunità cristiane vivono quasi le condizioni della Chiesa delle origini, l’accoglienza ai rifugiati, l’incoraggiamento ai giovani a partecipare ai processi politici e sociali. I quasi dodici anni di pontificato di Jorge Mario Bergoglio e i loro temi chiave sembrano condensarsi e cristallizzarsi nei dodici giorni di viaggio che il papa sta compiendo in questi giorni (dal 2 al 13 settembre) in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Leste, Singapore. Un viaggio a cavallo tra due continenti, il più lungo del suo papato con quattro diversi fusi orari e 32.814 chilometri da percorrere in aereo. Un viaggio “sogno” accarezzato già nel 2020 prima che la pandemia di Covid-19 facesse saltare ogni progetto. Un viaggio che arriva a un anno esatto dalle ultime trasferte internazionali in Mongolia e Marsiglia e in apertura di un periodo di grandi eventi come la seconda parte del Sinodo sulla sinodalità e il Giubileo. Francesco giunge in un momento storico segnato da altre sfide, a cominciare da quella universale della pace; ha ribadito quindi l’appello a coltivarla questa pace e a sostenere gli sforzi in atto per raggiungerla. Simbolici in tal senso due momenti vissuti a Giakarta, capitale dell’Indonesia colpita nel recente passato anche da fenomeni di terrorismo religioso e dal tentativo di creare un islam transnazionale sul modello dell’Isis che però la pancasila indonesiana con i cinque pilastri del rispetto di fedi, culture, religioni, lingue inseriti anche nella costituzione è riuscita a respingere. Il primo momento è la visita alla moschea di Istiq’lal, il più grande edificio di culto islamico del Sud-est asiatico progetto negli anni Cinquanta da un architetto cristiano e dal 2019 collegato alla cattedrale dell’Assunzione, dal cosiddetto “tunnel dell’amicizia”. Un tunnel, appunto, che vuole essere segno di incoraggiamento alla fraternità tra le due comunità religiose. Il papa – è questo il secondo momento simbolico – lo ha visitato insieme al grande imam con cui ha firmato pure una joint declaration sulla scia del documento sulla Fratellanza umana di Abu Dhabi.
Oltre all’Indonesia caratterizzata dal pluralismo, il papa argentino porterà «una parola di conforto o incoraggiamento» anche nella Papua Nuova Guinea ferita di recente da drammatiche frane e altrettanto drammatiche lotte tribali; poi nell’ex colonia portoghese di Timor Leste, ancora segnata dalla guerra per l’indipendenza indonesiana che in 22 anni portò alla morte di circa un quarto della popolazione; infine a Singapore emblema di opulenza, commercio e sviluppo tecnologico ma anche di profonde disparità sociali e povertà. Paesi diversi accomunati tutti dalla questione ambientale: «Difficile che manchi il riferimento all’ambiente. Sono Paesi a metà tra l’oceano e il cielo, mari e montagne, minerali pregiati, foreste. Possiamo aspettarci una riflessione sulla cura del Creato e sul dignitoso vivere dell’uomo», ha specificato Matteo Bruni, direttore della sala stampa vaticana prima della partenza. Le tematiche riecheggeranno nei 16 discorsi che il papa ha pronunciato e pronuncerà durante il lungo viaggio: in questo ampio spazio è possibile che rientrino anche riferimenti ad altri temi, come l’accoglienza ai rifugiati (numerosi quelli che il pontefice ha incontrato personalmente sin dall’inizio del viaggio), in primis quelli dal Myanmar, o la piaga degli abusi, alla luce della vicenda del vescovo timorense Carlos Filipe Ximenes Belo, vincitore del Nobel per la pace, accusato di violenze anche su minori: «Il papa si rivolgerà alle Chiese dei vari Paesi, esortandole a vivere il cristianesimo che non lascia spazio a certi crimini», ha sottolineato Bruni.
Il primato per il viaggio apostolico più lungo è detenuto dalla trasferta di 13 giorni di Giovanni Paolo II nel 1986 in Bangladesh, Singapore, Fiji, Nuova Zelanda e Australia con 48.974 chilometri percorsi.
Tra loro, Clément Melki, corrispondente dell’agenzia francese Afp, per quindici giorni inviato a seguire il lavoro della ong Mediterranea Saving Humans sulla nave Mar Jonio, ha regalato a Francesco una torcia, utilizzata da tanti profughi che si trovano in mare aperto per trovare la via di casa o per farsi intercettare durante i naufragi.