MosaicoGiorgio Boato inaugura il 21 giugno la sua mostra fotografica alla Gran Guardia, a Padova. Foto grandi e piccole in tre sezioni diverse legate da un unico fil rouge
Viene inaugurata venerdì 21 giugno alle 17.30 presso la sala della Gran Guardia in piazza dei Signori, a Padova, la mostra del veneziano Giorgio Boato, fotografo e fotoreporter di lunga data per La Difesa, Avvenire e altre pubblicazioni, oltre che per cataloghi, volumi d’arte, copertine e campagne fotografiche museali.
“Lunare è la luce – Sguardi sedimentati”, questo il titolo dell’esposizione fotografica che si dipanerà lungo tre sezioni – la luna, i ponti e gli sguardi – e il cui fil rouge è il tempo sospeso. Le tre sezioni rappresentano tre progetti distinti. Il primo, “Lunare è la luce”, comprende due sezioni: la prima dedicata alla luna, con cui l’autore intesse da anni un dialogo che scaturisce in meditazioni fotografiche, incontri di luci o di oggetti che creano nuove realtà. La seconda sezione è incentrata invece sui ponti veneziani, immortalati durante il tempo delle zone rosse e arancio della pandemia, quando l’affollata Venezia viveva di silenzi inframmezzati dal garrito dei gabbiani, di acque ferme e trasparenti svuotate dalla presenza di imbarcazioni. La scelta del bianco e nero per questa sezione sottolinea ulteriormente il “tempo sospeso” di quel momento storico, che vedeva svuotati calli, campi, campielli e ponti, isolandoli in una situazione “lunare”.
Accanto a queste fotografie, proposte prevalentemente nella dimensione del piccolo formato (10×15 cm.) e vuote di presenze umane, ecco il terzo progetto “Sguardi sedimentati”, in cui la persona, in particolare lo sguardo, è protagonista. Anche qui la luce è “lunare”, coglie il “senza tempo”, attraverso esposizioni lunghe, ovattate. Le fotografie sono di più grande formato e reinterpretano, per tecnica ed esposizione, quello che agli albori della fotografia era una necessità, ossia l’utilizzo di pose con tempi molto lunghi. I soggetti sono uomini e donne in cui lo sguardo è il luogo di sintesi di questo tempo inesistente.
«Il tempo sospeso è una potenzialità del mezzo fotografico: la possibilità cioè di avere un tempo chiuso, circolare, dove il tempo perde linearità – spiega Giorgio Boato – Ad esempio nella serie di ritratti sedimentati il sovrapporsi dei vari istanti, dei micromovimenti del volto, producono un unico istante, sul quale è possibile riflettere in modo diverso. È la prima volta che espongo in questa sede: la Gran Guardia è stata una felice coincidenza perché tra le foto “lunari” una, che apre una sezione della mostra, è stata proprio scattata in piazza dei Signori». Giorgio Boato, padovano d’adozione, inizia a scattare foto a 11 anni e da allora non ha più smesso, facendo della fotografia non solo la sua passione, ma il suo mestiere: dal reportage alla cronaca, dal ritratto all’architettura, dai beni culturali al tessile. «La fotografia per me è gioco, divertimento, strumento di osservazione, di documentazione e di riflessione – conclude l’autore – la fotografia ancora oggi ha caratteristiche che la rendono unica. Alcune foto “ri-escono” questa possibilità e mi auguro che qualche visitatore esca ri-uscendone consapevole!». La mostra, a ingresso libero, sarà aperta dal 14 giugno al 21 luglio 2024, dal martedì alla domenica, con orario 9.30-12.30, 16-19.
Fino al 7 luglio è visitabile anche la mostra “Per un’aiuola di stelle! dell’artista trevigiana di lunga data Olimpia Biasi. La natura è il filo conduttore del centinaio di opere esposte che immergono il visitatore in un giardino magico e segreto, in cui elementi vegetali si intrecciano a piume, nastri, conchiglie, piccoli animali, insetti e ciascuno può muoversi liberamente alla ricerca della propria dimensione. Tele, teleri, garze, reti rinviano a quel mondo affascinante della tessitura, che da sempre appartiene alla donna che ha sperimentato strade diverse e oggi padroneggia materiali e formati eterogenei, dal disegno al mosaico, dalla pittura di dipinti e teleri di grandi dimensioni, alla “tessitura” su garze e reti industriali dove l’intimismo del gesto antico del tessere e del cucire è declinato nel grande formato degli erbari e degli arazzi. Prezzo incluso nel biglietto di ingresso al museo Eremitani, info padovamusei.it
