Si intitola “Render unto Caesar”, “Restituire a Cesare”, il nuovo documento sulla tassazione pubblicato dal Dipartimento per la giustizia sociale della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. In un centinaio di pagine i vescovi cattolici inglesi offrono al governo britannico alcune linee guida economiche ispirate dalla Dottrina della Chiesa con il contributo di alcuni esperti tra i quali l’economista Philip Booth, la professoressa Anna Rowlands, consulente della Segreteria generale del Sinodo della Chiesa cattolica e del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, e Ruth Kelly, già ministro del Tesoro in Gran Bretagna e ora membro del Consiglio per l’Economia.
Restituire a Cesare. Si tratta di una profonda analisi economica e politica quella offerta dai vescovi inglesi che parte da una carrellata storica radicata nella Dottrina sociale cattolica, a cominciare dalla tarda scolastica del sedicesimo e diciassettesimo secolo, fino a san Tommaso d’Acquina e alle encicliche del diciannovesimo secolo e al pensiero di Papa Francesco.
Evasione fiscale, crisi economica del 2008, gestione del welfare, Covid, inflazione. Non esiste tema economico politico che non venga analizzato in “Render unto Caesar” che è diviso in due parti per complessivi dodici capitoli.
Si comincia con i primi quattro, dedicati alle Scritture e a quello che dicono sulle tasse e anche al pensiero sociale cattolico su società e stato. “Lo stato ha il diritto di prelevare tasse per finanziare le proprie funzioni in rapporto al bene comune con un’attenzione particolare per I più poveri”, scrivono i vescovi inglesi in “Render unto Caesar”, “Tuttavia la pressione fiscale deve essere moderata e tenere conto che le famiglie hanno impegni finanziari tra I quali vi sono anche donazioni e aiuti ai più poveri. Inoltre è importante non dimenticarsi che esiste una opzione preferenziale per I più poveri che impegna lo stato a tassare sulla base del reddito”.
L’obbligo di pagare le tasse. I vescovi ricordano che
i fedeli cattolici sono obbligati a pagare le tasse, tranne che in circostanze davvero eccezionali,
come ricordano l’encliclia “Gaudium et Spes” e la Bibbia e che lo stato deve impegnarsi ad applicare una “giustizia distributiva che tenga conto dei bisogni delle future generazioni, della protezione dell’ambiente e delle esigenze delle famiglie”. “Il principio della sussidiarietà richiede che il governo, a livello nazionale, non dovrebbe svolgere funzioni che potrebbero toccare ad amministrazioni comunali o provinciali o regionali e che lo stato dovrebbe alimentare e non sfruttare od esaurire la società civile e le famiglie”, si legge ancora in “Render unto Caesar”.
Questioni attuali di politica fiscale. La seconda parte del documento è dedicata a “Questioni attuali di politica fiscale” e i quattro capitoli che la compongono partono dai primi giorni della storia del cristianesimo per spiegare come “una Chiesa nata come movimento di poveri e persone senza potere, alla quale ha dato vita Gesù Cristo, ha finito per contribuire a un sistema di istituzioni corrotte che ha tassato troppo I fedeli”. “È stato soltanto con le encicliche ‘Rerum Novarum’ e ‘Quadragesimo Anno’”, scrivono i vescovi inglesi, “che la Chiesa, toccata dallo sfruttamento provocato dalla Rivoluzione Industrale, è stata richiamata alla sua missione originaria di ‘difesa dei più poveri’ ed ha avviato il suo insegnamento in materia di dottrina sociale”.
Un appello per tasse giuste. Nell’ultimo capitolo, il dodicesimo, intitolato “Per il bene comune. Gli obblighi morali della giustizia fiscale”
i vescovi inglesi ripetono il loro appello per tasse giuste, da parte dello Stato, che tengano conto dei bisogni dei più poveri e raccomandano ai fedeli di investire in modo etico,
seguendo criteri come il “Fair Tax Mark”, un certificato che viene conferito, dalla “Fair Tax Foundation”, a una società, se quest’ultima non evita le tasse e applica trasparenza al suo bilancio.
“Incoraggiamo i fedeli a chiedersi se le compagnie che scelgono per i loro risparmi stiano seguendo una politica fiscale giusta e stiano adempiendo ai loro obblighi nei confronti degli investitori”,
scrivono i vescovi nell’ultimo paragrafo di “Render unto Caesar”. “Come Gesù ci insegna a chi è stato dato molto, molto sarà richiesto. Per imprese e individui è un peccato cercare di evitare questo obbligo e, facendo così, aumentare il carico di coloro che sono meno fortunati ed è sbagliato un sistema che consenta loro di fare così”.