Chiesa | Diocesi“Insegnaci a contare i nostri giorni. Salmo 90: il grande mistero del tempo” è il titolo dell’incontro con il biblista Ludwig Monti, che si terrà domenica 25 maggio alle 11 presso il Centro universitario di via Zabarella 82. «Mi dispiace, non ho tempo».
«Non credo di fare in tempo», «Il tempo è tiranno», sono solo alcune delle frasi più comuni citate ai nostri giorni, indaffarati come siamo nelle più svariate attività. Fermare il tempo, impiegarlo al meglio, essere consapevoli di ogni attimo che viviamo, sono concetti che ci interrogano. Ecco che ci viene incontro la bellezza poetica dei versi del salmo 90, preghiera che riconosce la grandezza di Dio, così come le colpe dell’uomo, e aiuta a fermarsi, a calmare il palpitare rapido del cuore, ad affidarsi alla saggezza di Chi può svelare ogni cosa sul tempo. «Sant’Agostino in un passo de Le Confessioni si chiede “Cos’è il tempo?”, e risponde “Se nessuno me lo chiede, lo so” – argomenta Ludwig Monti, dottore di ricerca in ebraistica, già monaco della comunità di Bose, esperto del cristianesimo delle origini – Il tempo non esiste, dice in sostanza il santo, poiché il passato non c’è più, il futuro non c’è ancora e il presente, nel momento stesso in cui lo sto vivendo, è svanito. Il tempo è una questione enorme, eterna, e ci fa riflettere su come i contemporanei lo affrontano, ovvero in modo sempre più veloce e frammentato, senza alcuna attesa, soprattutto, senza saperlo gestire. Il salmo ci interpella sul come vivere “qui e ora”, in particolare quando recita “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio”; non ci vengono date risposte, eppure, meditando il canto, comprendiamo che il tempo è un grande dono di Dio, il quale ci precede, e poi, ci seguirà». Ma, siamo capaci di fermarci o, almeno, rallentare la nostra corsa per dare senso al tempo? Il filosofo Blaise Pascal diceva che tutta l’infelicità degli uomini deriva dal fatto che non sono capaci di restare nemmeno un quarto d’ora in silenzio, nella loro stanza, senza fare nulla. «Fermarci in modo consapevole e lasciarci attraversare dal tempo ci aiuterebbe a vivere in maniera più pacifica – prosegue il biblista – In fondo, come dice il salmo, il tempo è un nulla per Dio, è infinito: “Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte”; per l’uomo, invece: “Gli anni della vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e i loro agitarsi è fatica e delusione”». «Il tema del tempo rimanda anche al celebre passo del Qoèlet (3, 1-11), dove per tredici volte l’autore cita l’esistenza di un tempo per ogni cosa: “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare…, un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire…, un tempo per la guerra e un tempo per la pace”. Mi piace citare anche una frase molto bella che Seneca scrive nelle sue lettere a Lucilio: “Oh, quando vedrai quel tempo in cui saprai che il tempo non ti riguarda, in cui sarai tranquillo e sereno e incurante del domani e nel più grande appagamento di te stesso!». Le ultime righe del salmo 90 ripetono: “Rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda”. «Si chiama parallelismo, può essere oppositivo o sinonimico, ed è rafforzativo di un concetto, serve a ricordarci e fare nostre le ultime parole del salmo – conclude Monti – In questo caso rimandando alla speranza, l’uomo chiede infatti a Dio di lasciare qualcosa dopo di lui, è come se si chiedesse: “Cosa resterà dopo di me, dopo tanto faticare?”. Le parole “Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni” è come ci suggerissero di iniziare ogni nuova giornata consapevoli di un amore che ci precede: in questo modo saremo inseriti nel flusso del tempo e impareremo a contare ogni nostro singolo giorno, come frammento di un tutto che è la nostra vita».
