FattiI docenti più anziani e i giovani precari risultano le categorie maggiormente esposte al disagio professionale
Di nuovo le cronache raccontano di docenti aggrediti, di minacce e violenze. Al punto che il ministro Giuseppe Valditara si è sentito in dovere di rilanciare: estendere l’arresto in flagranza di reato per le aggressioni nei confronti del personale scolastico.
L’ultimo caso è avvenuto in provincia di Lecce dove un insegnante di Chimica è stato aggredito dal padre di uno studente cui aveva in precedenza dato alcune note disciplinari. Le cronache riportano che lo stesso studente avrebbe incitato il padre ad andare a scuola a “spaccare la faccia” all’insegnante.
Episodio gravissimo, naturalmente. E Valditara si è mosso in prima persona telefonando al preside dell’istituto dove sono accaduti i fatti e ha promesso: “Stiamo lavorando insieme su una norma in questa direzione. Il governo e il ministro dell’Istruzione sono accanto ai docenti e al personale tutto che devono sentire forte la presenza costante delle istituzioni”. Anche per l’Associazione nazionale presidi è ora di decisioni forti e in particolare in una dichiarazione spiega che “è necessario equiparare le aggressioni al personale scolastico a quelle dei confronti dei sanitari”.
A fronte di questo ultimo episodio di cronaca si capisce ancora meglio la sensazione di disagio che serpeggia non di rado tra il personale docente – e non solo – della scuola, disagio legato peraltro a tante e diverse motivazioni.
Durante il recente congresso della Cisl Scuola Lombardia sono stati illustrati i risultati di una ricerca sullo stato di salute degli insegnanti lombardi e del personale scolastico in genere. L’indagine è stata condotta da Bibliolavoro (associazione fondata dalla Cisl Lombardia che tra l’altro svolge anche la funzione di ufficio studi) e ha coinvolto un campione di circa duemila iscritti al sindacato, di cui l’85% docenti, il resto personale Ata e l’1% dirigenti scolastici.
Secondo i dati raccolti ben 6 docenti su 10 manifestano livelli elevati di stress, mentre 9 su 10 riferiscono sintomi fisici riconducibili a questa condizione.
Gli elementi che contribuiscono in modo importante all’aumento dello stress sono, secondo la ricerca, il trovarsi alle prese con un carico di lavoro eccessivo, con la mancanza di supporto istituzionale e con il sempre più difficile rapporto con le famiglie. Bibliolavoro evidenzia le lamentele circa la cattiva organizzazione del lavoro, l’eccessiva burocratizzazione, la carenza di personale e il sovraffollamento delle classi. Oltre il 60% degli insegnanti lamenta poi uno scarso supporto da parte del dirigente scolastico e delle istituzioni e molti evidenziano un’eccessiva protezione dei figli da parte dei genitori, che spesso contestano i metodi educativi e le valutazioni, minando l’autorevolezza del docente.
I docenti più anziani e i giovani precari risultano le categorie maggiormente esposte al disagio professionale.
La ricerca va oltre, segnalando le conseguenze fisiche del burnout e addirittura riferendo un dato inquietante sul numero di suicidi tra gli insegnanti, con cento casi registrati nell’ultimo decennio.
Certo la “fotografia” non può lasciare indifferenti. Se è vero che la scuola resta una priorità per il futuro del Paese diventa urgente trovare correttivi a una situazione che appare deteriorata. Il personale scolastico, docente e non, resta una risorsa importantissima e le tutele sono necessarie.
