FattiIl Consiglio comunale di Padova ha approvato il bando per la cessione del 70 per cento del terminal: operazione da 59,5 milioni di euro e l’ingresso di un partner internazionale
Con una votazione notturna che ha superato la mezzanotte di lunedì 14 aprile, il Consiglio comunale di Padova (18 voti favorevoli, quattro contrari, sei astenuti e cinque assenti) ha approvato la deliberazione con cui l’Interporto apre le porte a un player internazionale nella gestione dell’attività terminalistica. L’operazione è stata illustrata dall’assessore alle attività produttiva Antonio Bressa: «Questa operazione prevede di realizzare una cosiddetta newco, una nuova società nel quale conferirebbe l’asset del terminal dove arrivano i container e dove sono presenti le gru: una quota del 70 per cento sarà in possesso del player che entrerebbe in partnership, l’Interporto manterrebbe il 30 per cento. Viene così ceduto il terminal che rappresenta il 10 per cento delle proprietà di Interporto, parliamo di un valore di 59,5 milioni di euro». Questa la base economica per cui già 12 operatori, di fatto, sostiene Bressa, le principali compagnie marittime e globali o impegnate nell’ambito dell’intermodalità, hanno mostrato il loro interesse: nei prossimi mesi, attraverso un bando, si valuterà non solo l’offerta economica migliore, ma anche la qualità e serietà del progetto e che dia garanzie per il futuro del territorio. Nel centrodestra, Lega e lista Peghin hanno votato no, mentre Fratelli d’Italia ha scelto l’astensione. Nella maggioranza c’è stato un sì compatto da Partito democratico e lista Giordani, mentre Coalizione civica si è astenuta. «Da parte nostra non c’è nessun pregiudizio negativo nei confronti del progetto – ha sostenuto in aula il consigliere Massimo Cavatton, del gruppo Giorgia Meloni-Fratelli d’Italia – Riteniamo però che ci sia stata un’assenza di dibattito approfondito per i tempi ristretti in cui è stato posto: da giovedì a lunedì ci siamo trovati a discutere di una proposta così importante». «L’assessore Bressa ci ha parlato dell’importanza dell’Interporto sul territorio, del fatto che è sempre stato fondamentale, del momento particolarmente fortunato – ha aggiunto Ludovico Mazzarolli della lista Francesco Peghin sindaco – Il che da un certo punto di vista, ma forse sbaglio, si coniuga male con l’idea di privarsene giusto oggi: noi qui stabiliamo l’inizio di un procedimento che vedrà la cessione di questa cosa che funziona così meravigliosamente bene». Il tutto mentre a inizio mese lo stesso gruppo Interporto ha lanciato tre novità: la prima è la nascita della prima Comunità energetica della Zona industriale di Padova, di cui Interporto è il promotore; la seconda è l’aggiornamento tecnologico di una porzione dell’impianto fotovoltaico sui tetti dei magazzini, che permette di incrementare la potenza a parità di superficie di 3 Mwp (megawatt picco) e la terza è il debutto nella flotta di Cityporto, il servizio di distribuzione urbana delle merci con mezzi sostenibili, del primo furgone full electric che copre l’area del centro città. «Oggi sono i grandi player a dettare le regole del mercato, a dettare quelle che sono le principali rotte internazionali – ha ribadito Bressa – E quindi a essere i soggetti che determinano anche la fortuna e lo sviluppo di questi nodi logistici che sono gli interporti. Siamo convinti che così facendo l’Interporto di Padova può meglio di altri giocare un ruolo strategico a livello internazionale».
«È necessario un collegamento efficiente tra l’Interporto e la Pedemontana – dichiara il presidente vicario Flavio Convento di Confesercenti veneto centrale – La nuova Statale del Santo ha una sola corsia per senso di marcia, limita le potenzialità dell’intero sistema logistico».
L’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, intervenuto in un convegno di Confindustria Vicenza, la definisce la golden age dell’imprenditoria regionale: approvata la legge per l’attrattività (140 milioni di investimenti attesi), il Piano energetico (19,7 miliardi di fatturato e 107 mila addetti), il Fondo energia (56 milioni) e crediti d’imposta per 80 milioni.
