Storie
La Belle Époque a Stra
È degna di un romanzo la storia di villa Gritti Moschini che si trova a Stra, nell’antica località un tempo denominata Fossolovara.
StorieÈ degna di un romanzo la storia di villa Gritti Moschini che si trova a Stra, nell’antica località un tempo denominata Fossolovara.
Le vicende della nobile dimora sono state ricostruite grazie a un saggio pubblicato dall’autore di questo articolo nel tredicesimo volume della collana “Luoghi e itinerari della Riviera del Brenta e del Miranese”, edito dall’Associazione dei Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana della Riviera del Brenta. Costituito dal palazzo padronale, dalla scuderia progettata dall’architetto neoclassico Giannantonio Selva, dall’oratorio privato e dal vasto parco alberato, nel 2005 il complesso monumentale è stato acquisito dalla società Rubensluciano che ha curato un restauro esemplare. Negli studi pubblicati fino ad oggi, la villa è stata confusa con un vicino edificio della famiglia Fonte. A testimoniarlo è la cartografia antica comparata alle documentazioni archivistiche e alle visite vescovili messe a confronto nella ricerca. Le notizie inedite rinvenute, l’avventurosa storia degli antichi proprietari, le relazioni con alcuni importanti personaggi dell’epoca, gettano luci nuove che rendono questo racconto unico e affascinante nel passato della Riviera del Brenta, in particolare al tempo della Belle Époque. Rivelazioni confermate anche dall’incontro con Roberto Moschini, appassionato discendente della famiglia recentemente scomparso. Inizialmente tra i beni dei patrizi veneziani Cocco, nel corso del Settecento è la famiglia Bodissoni che dichiara la proprietà degli immobili posti in Fossolovara. Legati al mercato internazionale dell’arte, i Bodissoni concentrarono le loro attività tra Venezia e l’Europa del nord. Un’attività lucrosa, visto che un atto di divisione della paterna eredità tra i fratelli Bodissoni, sottoscritto nel 1755, elencava: «Denari contanti, argenti, gioie, pitture tanto italiane che fiamminghe, medaglie tanto in argento che in bronzo, statue, disegni, stampe, libri, mobilie di casa, sia di Venezia che del luogo di Fossolovara». Nell’aprile del 1793 Diego Bodissoni, rimasto l’ultimo superstite della famiglia, disponeva quali eredi delle sue rilevanti sostanze i cugini Camillo Bernardino e Camillo Vincenzo Gritti, padre e figlio. Dalla celebre cantante d’opera Ester Mombelli, vedova di Camillo Vincenzo Gritti, il ricco possidente veneziano Carlo Moschini acquistò in seguito la villa di Fossolovara. Nel 1895 Carlo Moschini destinava quale erede delle sue estese proprietà il nipote Giacomo Moschini che dimorava a Padova e indicava, come suoi diretti successori, i di lui figli. A causa della prematura morte del padre, i fratelli Moschini non tardarono a ottenere l’eredità dello zio, e nelle divisioni fu Vittorio, primogenito dei tre, a scegliere la proprietà di Fossolovara, designandola a dimora per la villeggiatura. Di professione ingegnere, Vittorio Moschini fu eletto sindaco di Padova dal 6 marzo 1900 al 10 novembre 1904 e deputato del Regno d’Italia dal 30 novembre 1904 al 29 settembre 1913. Il rinnovamento della villa, promosso da Vittorio Moschini, coinvolse anche le decorazioni interne con la realizzazione di stucchi, tempere, affreschi e teleri incassati nel muro cui si aggiunse la splendida stanza a boiserie, ricoperta in legno di abete rosso e sculture intagliate nel legno di cirmolo, oggi magistralmente restaurata e riportata all’originale splendore. Attenzioni particolari furono dedicate anche al parco, la cui rigogliosità emerge in alcune cartoline postali fatte stampare in quegli anni. Ancora una cartolina documenta la presenza, insolita per l’epoca, di un campo da tennis, sicuramente tra i primi presenti nel Veneto. A condividere, amare e valorizzare la villa di Fossolovara fu Yole Biaggini, prima moglie di Vittorio Moschini. Di spiccata bellezza e intelligenza, era considerata al suo tempo una delle tre donne più belle d’Italia, a fianco della Morosini di Venezia e della Florio di Palermo. Di ricca famiglia, il padre di Yole aveva acquistato una tenuta a San Vito al Tagliamento anticamente di proprietà dei nobili veneziani Mocenigo. Qui, e nella villa di Fossolovara, il salotto culturale di Yole era tra i più ricercati dell’epoca. Crocevia di affinità e di sensibilità vi convenivano Gabriele D’Annunzio, Pietro Mascagni, Ugo Ojetti e Antonio Fogazzaro. Quest’ultimo, che aveva incontrato Yole in una località di villeggiatura svizzera nel 1887, era rimasto particolarmente colpito dalla sua avvenenza e personalità. Un incontro di cui non si sarebbero più perse le tracce: è a Yole Biaggini che Fogazzaro si ispirerà nel tratteggiare il personaggio di Jeanne Dessalle nei suoi celebri romanzi Piccolo mondo moderno e Il Santo. Per ringraziare i Moschini dell’invito a una serata elegante trascorsa in villa, il Fogazzaro inviava una lettera dalla quale traspare tutta la magia vissuta nell’atmosfera brentana: «Cari Amici, grazie ancora per le belle ore passate a Stra dalla nottata fra le ville dormienti, i fantasmi dei grandi alberi, le acque chiare di luna, al poetico pranzo sulla terrazza babilonese illuminato dai doppieri gerosolimitani e dal fiero batter dei lampi…». Il legame intenso e tenero tra Yole Moschini e Antonio Fogazzaro si protrarrà fino alla morte di Yole, sopraggiunta a soli quarantadue anni nella villa di Fossolovara il 21 ottobre 1905, dopo un breve periodo di malattia. Vestita di raso bianco e coperta di fiori, al momento della morte la salma fu portata nell’oratorio della villa per l’estrema benedizione. Dopo la cerimonia in chiesa, il corteo funebre partì verso Padova, dove Yole fu sepolta nel cimitero maggiore. Della presenza di Yole Biaggini Moschini a Stra rimane la splendida scultura firmata dallo scultore di origini palermitane Domenico Trentacoste posta in un angolo della villa, protetta da una piccola nicchia, che la ritrae nella sua figura giovane ed elegante. Dopo la morte di Vittorio Moschini, avvenuta nella villa di Stra l’11 marzo del 1940, la proprietà nel dopoguerra fu acquistata dalla famiglia Briani. Trascorso un periodo di decadenza e abbandono, causati anche dall’acquartieramento di truppe militari tedesche durante la Seconda guerra mondiale, il complesso monumentale è tornato all’originale splendore grazie a un meticoloso restauro. In omaggio a Yole, protagonista della Belle Époque nella Riviera del Brenta, gli attuali proprietari Rubens Bressanin e Luciano Ferraresso hanno voluto dare alla villa il nome “La Superba” con l’impegno, per il futuro, di ricreare nella storica dimora una nuova stagione di eventi destinati all’incontro tra storia, memoria, arte e design.
Della presenza di Yole Biaggini Moschini a Stra rimane la splendida scultura posta in un angolo della villa, protetta da una piccola nicchia, che la ritrae nella sua figura giovane ed elegante. Opera commissionata a eterna memoria dal marito Vittorio Moschini allo scultore Domenico Trentacoste. Un altro monumento dedicato a Yole si conserva nel cimitero maggiore di Padova, dove è sepolta, che la ritrae nel momento della morte abbracciata dalle tre amate sorelle: struggente opera dell’artista Bistolfi.
In omaggio a Yole Biaggini Moschini, protagonista della Belle Époque nella Riviera del Brenta, gli attuali proprietari Rubens Bressanin e Luciano Ferraresso hanno voluto dare alla villa di Stra il nome “La Superba”.