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“La legge di bilancio toglie 9 milioni di euro ai Comuni padovani”. L’allarme dello Spi-Cgil
L'allarme dello Spi-Cgil: "Per i cittadini più tasse e meno servizi. Due Comuni su tre potrebbero alzare i tributi locali"
IdeeL'allarme dello Spi-Cgil: "Per i cittadini più tasse e meno servizi. Due Comuni su tre potrebbero alzare i tributi locali"
PADOVA. La legge di bilancio varata dal governo Conte non riserva buone notizie per i cittadini padovani e soprattutto per chi ha redditi medio-bassi (come quelli di molti pensionati) e già di per sé fatica ad arrivare a fine mese. Le sorprese negative sono contenute soprattutto nel taglio ai trasferimenti e nella riduzione dei fondi che toglieranno alle amministrazioni del padovano circa 9 milioni di euro. Una riduzione rilevante, come denuncia lo Spi Cgil di Padova, che apre la strada all’aumento delle imposte e ai tagli dei servizi. In particolare – visto che nel 2019 è venuta meno la norma-blocca tributi introdotta dal governo Renzi – più di due amministrazioni padovane su tre (72 su 102) possono ancora intervenire aumentando l’addizionale comunale Irpef, non avendo ancora raggiunto il limite massimo consentito dalla legge (0,8%).Fra questi, sei (Sant’Urbano, San Pietro in Gu, Grantorto, Fontaniva, Cittadella e Carmignano di Brenta) potrebbero introdurre l’addizionale per la prima volta, non avendola ancora adottata. “Questi sei comuni – sottolinea Renato Bressan, della segreteria regionale dello Spi Cgil Veneto – possono in buona parte recuperare i tagli ai trasferimenti inserendo una aliquota allo 0,8% con una soglia di esenzione a 30.000 euro. In questo modo i redditi bassi sarebbero comunque tutelati dall’esenzione mentre il Comune avrebbe qualche fondo in più per attivare servizi utili alla cittadinanza”.Sono addirittura 89 su 102 (l’87%), invece, gli Enti locali patavini che possono intervenire sull’Imu o sulla Tasi, prevedendone l’aumento.“All’interno di questo difficile quadro – commenta Alessandro Chiavelli, segretario generale dello Spi Cgil Di Padova, il rischio è che, per recuperare risorse oltre all’aumento dei tributi si proceda con un taglio generalizzato dei servizi sociali”. Il sindacato dei pensionati esprime particolare preoccupazione per le fasce più deboli e soprattutto per i pensionati che anche nel Padovano non navigano certo nell’oro: la pensione lorda media nel settore privato è di 925,73 euro mensili; agli uomini arrivano mediamente assegni di 1.257,87 euro lordi al mese, alle donne 661,05 euro. Tutto questo in una città che conta ormai circa un quarto di popolazione over 65”.“La situazione è molto incerta e siamo davvero preoccupati – continua Chiavelli – Questa legge di bilancio rischia di penalizzare seriamente i cittadini meno abbienti e la fascia di abitanti più deboli, come gli anziani. Noi faremo la nostra parte attraverso la negoziazione sociale con gli Enti locali e chiederemo dunque che il sistema tributario segua criteri di progressività laddove vi siano aliquote uniche, che vengano ampliate le soglie di esenzione e che in generale non vengano colpite le fasce di reddito più disagiate. Naturalmente sabato prossimo saremo anche noi a Roma per manifestare contro questa legge di bilancio che riteniamo alquanto ingiusta e penalizzante per le fasce più deboli della popolazione”. Ufficio Stampa Spi Cgil Veneto