Idee
Tutta l’informazione, dai giornali, alla radio, alla TV, per non parlare dei serali commentatori, tutti a descrivere la brutalità di Israele contro la inerme popolazione di Gaza, come una guerra. Le guerre si combattono fra eserciti contrapposti e, non contro bambini, anziani e popolazione affamata, come si sta pianificando nella “Striscia”.
Quanto vediamo, leggiamo e ascoltiamo, non può essere descritto come una guerra, ma come fa capire Caritas Internationalis, siamo di fronte a un drammatico e preoccupante genocidio: «A Gaza non siamo di fronte a una tragica fatalità, ma al risultato di scelte deliberate e calcolate. Un intero popolo, privato di ogni sostentamento, viene lasciato morire di fronte al mondo intero. Questa non è una guerra. È la distruzione sistematica di vite civili. L’assedio di Gaza è diventato una macchina di annientamento, sostenuta dall’impunità e dal silenzio, o dalla complicità, delle nazioni più potenti […]. Caritas Internationalis è testimone di questo orrore. I civili, per lo più bambini e donne, vengono affamati, bombardati e annientati. Governi influenti, aziende e multinazionali hanno reso possibile questa catastrofe attraverso il supporto militare, gli aiuti finanziari e la copertura diplomatica. Il silenzio non è neutralità, è approvazione».
Allora, un invito ai media di adoperare il giusto termine per il dramma dei palestinesi di Gaza: genocidio e non guerra.