IdeeDiletta Pasqualotto è una giovane professionista padovana che fin da subito ha colto, con altri giovani veneti, la sfida di The economy of Francesco. Pubblichiamo la lettera che ha inviato all’Ucid-Unione cristiana imprenditori e dirigenti, di cui fa parte, all’indomani delle esequie di papa Francesco.
Cari consociati e consociate Ucid, vi scrivo questa testimonianza all’indomani del funerale del nostro amato papa Francesco. Il 1° maggio 2019, il pontefice lanciò un invito profetico: con una lettera rivolta a giovani imprenditori, changemakers ed economisti di tutto il mondo, ci esortava a riunirci per pensare e costruire un’economia diversa, «quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda». Così nacque The Economy of Francesco: un processo giovane, globale, fondato sulla visione di un’economia al servizio della dignità umana e del bene comune. Lo scorso settembre, in occasione della costituzione della Fondazione The Economy of Francesco, abbiamo avuto il dono immenso di incontrare personalmente il Santo Padre. Con dolcezza e fermezza, ci ha consegnato un’eredità viva: «Oggi vorrei lasciarvi tre parole: essere testimoni, non avere paura, sperare senza stancarvi. […] Coraggio, cari amici! Coraggio! Se sarete fedeli alla vostra vocazione, la vostra vita fiorirà, avrete storie meravigliose da raccontare ai figli e ai nipoti. Credetemi: vale la pena spendere la vita per cambiare in meglio il mondo. Avanti! Sono con voi, vi accompagno e vi benedico». Quelle parole oggi risuonano con ancora più forza e responsabilità nei nostri cuori. Alla notizia della sua morte, ci siamo sentiti sospesi: come se venisse improvvisamente a mancare un pezzo essenziale di un ponte (e non muro) che collega la realtà terrena con l’aspirazione di un presente più giusto. Eppure, il giorno del funerale, io e altri membri di The Economy of Francesco ci siamo ritrovati in uno spirito di festa: noi stessi siamo parte dei frutti rigeneranti di papa Francesco. I veri frutti di The Economy of Francesco non sono solo dati o progetti: sono le relazioni nate tra imprenditori ed economisti, legami di autentica fraternità che continuano a crescere. Sono relazioni nate dalla fiducia, dalla condivisione di ideali, dalla scelta comune di mettere la persona e il creato al centro, oltre al profitto. I segni dell’operato di papa Francesco si sono anche visti già ieri (sabato 26 aprile u.s, ndr) : l’incontro – fotografato e diffuso – tra i presidenti Trump e Zelensky. La vera pace, probabilmente, non arriverà subito – forse non come l’immaginiamo – e non assisteremo a un finale da “tutti felici e contenti” come nei romanzi o nei film. Similmente, la missione di Economy of Francesco – costruire un’economia più giusta, inclusiva e umana – non avrà mai una fine definitiva. Ma papa Francesco ci ha insegnato che cambiare le ingiustizie richiede coraggio, instancabilità e speranza, ogni giorno. Ci ha insegnato che costruire ponti è più importante che innalzare muri, che seminare il Bene ha valore anche quando i frutti non sono immediati, e che la speranza cristiana è la forza più rivoluzionaria di tutte. Papa Francesco è stato capace di seminare, senza paura, il Bene. Ora tocca a noi continuare a farlo fiorire. Con affetto e gratitudine,
Diletta Pasqualotto Vigonza, membro di The Economy of Francesco
