Fatti
La proposta dei sindaci: cittadinanza a scuola
L'Anci è promotore di una nuova legge di iniziativa popolare per l'introduzione dell'educazione civica a scuola.
FattiL'Anci è promotore di una nuova legge di iniziativa popolare per l'introduzione dell'educazione civica a scuola.
«Rimodulare l’insegnamento dell’educazione civica in una più moderna concezione di educazione alla cittadinanza». È la richiesta che arriva dai sindaci dei Comuni italiani che, nei giorni scorsi, hanno depositato presso la Corte di cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre nei piani di studio l’educazione alla cittadinanza. A 60 anni dall’introduzione, voluta dall’allora ministro della pubblica istruzione Aldo Moro, dell’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole medie e superiori, da Firenze è partita la campagna prontamente condivisa da molti sindaci italiani.
Di questa proposta, ora in attesa di essere sottoscritta da 50 mila italiani per diventare oggetto di discussione in Parlamento, abbiamo parlato con Cristina Giachi, vicesindaca di Firenze e presidente della commissione nazionale scuola dell’Anci, tra le principali promotrici dell’iniziativa.
Com’è nata la proposta?«Dall’analisi della condizione di crescita civile nelle nostre comunità. Le competenze di educazione civica si insegnano in modo trasversale in tante materie, per cui non è che la scuola non faccia nulla. Però lo si fa in un modo che non trasmette il valore di questa competenza per la formazione dell’individuo. Anche simbolicamente non lo fa».
In che senso?«Non avendo una materia con un voto, anche sulle pagelle, le famiglie non trovano nessun accenno a una competenza così importante come quella che abbiamo raccolto intorno al tema dell’educazione alla cittadinanza. Si va dall’educazione al rispetto della Costituzione e dei principi fondamentali a quella per l’ambiente, dal rispetto degli altri a quello per i beni comuni, dalla non discriminazione al galateo del digitale… Competenze oggi fondamentali, anche per i tanti nuovi cittadini che arrivano nel nostro Paese. È fondamentale trasmettere quanto sia importante essere un bravo cittadino, non soltanto per un fine di etica sociale, ma anche per aspirare alla piena realizzazione personale».
Come si articola la proposta?«Abbiamo previsto che venga costituita presso il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), una commissione ad hoc di esperti che articoli a seconda dei curricula e dei diversi ordini e gradi d’istruzione il programma, i contenuti, le valutazioni e le modalità di erogazione di questa didattica. Nei licei, per esempio, è probabile che debba essere aggiunta un’ora su discipline più tecniche come Costituzione, istituzioni europee, diritto del lavoro. Negli istituti tecnici le soluzioni potrebbero essere diverse, viste le materie di diritto ed economia che gli studenti seguono già. Sia che si tratti di aggiungere un’ora ai curricula, sia che si ricavi l’ora rimodulando gli orari esistenti, è una scelta che farà la commissione e che successivamente sarà votata dal Parlamento».
Alberto Baviera