Idee
La testimonianza. In Germania continuo a cercare il mio Centro di gravità
L’augurio alla Diocesi per il suo Sinodo da un padovano in Baviera
IdeeL’augurio alla Diocesi per il suo Sinodo da un padovano in Baviera
Caro direttore, sono un padovano “nel mondo” da quasi sei anni residente in Baviera, Germania. Da molti anni ero abbonato alla Difesa del popolo e poi al mensile Dall’alba al tramonto che continuo a leggere qui con abbonamento digitale.
Ho appena letto il suo editoriale nel numero di domenica 23 maggio “Centro di gravità permanente. Il Sinodo diocesano nelle parole di Franco Battiato”. Il cantautore siciliano è sempre stato uno dei miei preferiti. Poiché lei ha scritto che sarebbe interessante sentire anche «i laici, i più lontani» le scrivo che, anche se da lontano, e anche se non parteciperò attivamente né fisicamente al Sinodo diocesano di Padova, mi unisco almeno spiritualmente alla preghiera, e anche io continuo a cercare il «centro di gravità permanente» (che sono certo Battiato finalmente ora ha trovato) qui dove mi trovo, nella Diocesi di Asburgo-Augsburg. Anche io continuo a cercare in modo «permanente» perché la ricerca è per noi terreni sempre in divenire, perché Cristo-Dio è sempre oltre, vale per tutti noi/Chiesa.
Come nella foto che allego, scattata durante un’escursione proprio nel giorno di Pentecoste, in quest’altura di quasi mille metri, oltre questo albero che svetta nel prato erboso, oltre le nuvole all’orizzonte… Cristo è sempre “oltre”.
Anche se lontano da Padova, sono fortunato a partecipare ogni sabato sera alla messa prefestiva in italiano, celebrata dal missionario diocesano di Asburgo che celebra per noi “immigrati stranieri”. E dove ci troviamo? Alle 17 nella chiesa dedicata a Sankt Anton (Sant’Antonio!). La pala che lo raffigura somiglia molto alla stessa che vedevo un bel po’ di anni fa inginocchiato come chierichetto all’altare (ancora con il vecchio “sistema” che vedeva il celebrante voltare le spalle al popolo) nella vecchia chiesa di San Gregorio Magno (che ora ospita la comunità cristiano ortodossa).
Ricordo che noi chierichetti qualche volta aiutavamo l’allora sacrestano Angelo a suonare le campane, aggrappandoci alla corda, a rischio di sbattere la testa contro il soffitto, perché piccoli leggeri e trascinati troppo in su. Sicuramente con in nostro intervento qualche rintocco di campana sarà risultato “stonato”. Che bei ricordi di tempi passati!
Ritornando a quanto lei ha scritto: «Il Sinodo non vagherà di certo per i campi del Tennessee […] ma per le vette feltrine e dell’Altopiano». Anch’io mi trovo in un altopiano in Algovia/Allgaeu, anche qui con distese di prati (come invece nei versi di una canzone di Fabrizio De Andrè «lassù nei verdi pascoli»), qui con fattorie moderne, attrezzate e quasi tutte con i tetti delle stalle piene di pannelli solari. Ebbene, anche io, in questo altro contesto linguistico teutonico continuo a cercare il mio (nostro) «centro di gravità permanente».
Auguri alla Chiesa di Padova, per un Sinodo ricco di frutti, e rinnovamenti.
Cordiali saluti, o anche se permette “ciao” diffuso anche qui, ma che pronunciano e scrivono tschau.
Paolo Franco