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Lavoro. A Padova è in calo il tasso di occupazione
Un cortocircuito legato a questi tempi: calano i posti di lavoro, ma non la richiesta di personale
MosaicoUn cortocircuito legato a questi tempi: calano i posti di lavoro, ma non la richiesta di personale
Il presidente di Confartigianato imprese Padova Gianluca Dall’Aglio: «Una posizione lavorativa su due è di difficile reperimento nella nostra provincia. Il lavoro c’è, ma bisogna essere qualificati per le mansioni oggi più richieste». Se i dati occupazionali risentono degli effetti della crisi pandemica e delle incertezze legate alla guerra, non si èarrestata, invece, la richiesta di personale da parte delle aziende. Nel Padovano il tasso di occupazione, nella fascia tra i 15 e 64 anni, è sceso dal 2019 a oggi del 3,9 per cento, dato ben peggiore rispetto a quello nazionale (meno 0,8 per cento). Nel solo mese di aprile, però, le aziende padovane erano alla ricerca di 5.250 figure professionali, come rivelato dalle stime di Excelsior Unioncamere. La difficoltà di reperimento si attesta al 49,1 per cento: «Un lavoratore su due è introvabile – insiste il presidente di Confartigianato imprese Padova Gianluca Dall’Aglio – Questo è il dato con il quale la quasi totalità delle 24.800 imprese artigiane che operano nella provincia deve fare i conti. Lo scenario internazionale, la guerra, le incertezze sulle materie prime e i costi dell’energia rendono difficile prevedere quali contraccolpi e ricadute potranno esserci sul mercato del lavoro ma, oltre a guardare agli avvenimenti esterni dovremmo concentrarci sui cortocircuiti, soprattutto culturali, del nostro mercato. Dobbiamo investire di più sul contesto lavorativo delle nostre aziende, così che, agli occhi dei giovani, non si riducano a mere fonti di reddito, ma si elevino ad attrattivi luoghi di condivisione, serenità e benessere».
Gli effetti della pandemia per i segmenti del mercato del lavoro nella provincia di Padova si evincono dall’elaborazione dei dati Istat, su base annuale, da parte dell’Ufficio studi di Confartigianato, che evidenziano come gli occupati nel 2021 diminuiscano dello 0,3 per cento rispetto al 2020, mentre rispetto ai livelli pre-Covid del 2019, la contrazione è del 3,9 per cento, con un calo totale di 26 mila posti di lavoro. Rispetto al 2019, sono in particolare difficoltà i lavoratori indipendenti, che registrano un meno 13,9 per cento, mentre è più contenuta la flessione dei dipendenti (meno 4,3 per cento). A livello settoriale, si nota un calo nel manifatturiero (meno 6,1 per cento), nelle costruzioni (meno 4,5 per cento) e nei servizi (meno 5,9 per cento). Interessante notare come la componente femminile nel 2021 rispetto al 2019 abbia recuperato meglio rispetto a quella maschile (meno 2,4 per cento il tasso di occupazione femminile, meno 5,5 per cento il tasso di occupazione maschile): «Dal nostro osservatorio, vediamo che ci sono molte occasioni di impiego. Dobbiamo smettere di pensare che i giovani non abbiano voglia di impegnarsi, nello studio o nel lavoro. Il lavoro c’è, ma bisogna specializzarsi per gli impieghi che oggi il mercato richiede».