«Si poteva osare di più? Certamente, ma abbiamo fatto la fatica di coniugare i nostri ideali con la concreta situazione di tanti uomini e donne che con le nostre comunità cristiane condividono il quotidiano della vita e abbiamo ritenuto di poter compiere questi passi. Siamo in cammino noi, cioè questa carovana che è la nostra Chiesa e che non vuole separarsi da nessuno: i sogni ci attraggono ma chiedono di essere realizzati compiendo passi concreti con gradualità e progressività». È solo un passaggio, questo, dell’omelia del vescovo Claudio all’assemblea del 18 giugno in Cattedrale – nella festa di san Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova per 33 anni, dal 1664 al 1697 – quando si è dato avvio alle collaborazioni pastorali e si è guardato al prossimo anno pastorale che sarà dedicato alla sensibilizzazione al tema dei ministeri. Don Claudio – parlando di «sogni che chiedono passi concreti» – si riferisce al cammino del Sinodo diocesano e alle proposte che sono emerse da un lunghissimo percorso di ascolto e confronto, che ha coinvolto numerosi cristiani e cristiane della Diocesi. In riferimento alle collaborazioni pastorali, prima proposta che viene attuata e che farà “da base” per le altre, il vescovo parla di «un’evoluzione non una rivoluzione anche se non avrei timore a sottolineare che, per tanti tratti, è un’evoluzione che ci rinnova così profondamente da arrivare a ricercare le radici, le sorgive della fede cristiana. Abbiamo bisogno di rinnovarci e diventare “creature nuove”, comunità nuove che trasmettono il Vangelo in modo credibile e comprensivo».
Un viaggio che continua
Siamo partiti, quindi. Anzi, eravamo già in viaggio: il cammino sinodale è stato questo. E il viaggio continua. Continua con 47 nuove collaborazioni pastorali (composte da un minimo di 5 a un massimo di 22 parrocchie e con un numero di abitanti che va da 9 mila a 45 mila): sono state presentate mercoledì scorso – e per ciascuna è stato scelto un nome che la “racconta” – così come sono stati ufficialmente nominati i coordinatori, un presbitero e un laico o una laica. Don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale, ha ribadito i compiti delle collaborazioni pastorali: l’attenzione al territorio in cui sono inserite le parrocchie; uno stile condiviso nell’assumere le scelte e i percorsi diocesani; la formazione unitaria degli operatori pastorali Di questa “geografia pastorale” fanno parte anche i nuovi 16 vicariati, dei quali – sempre all’assemblea diocesana – sono stati presentati i vicari foranei.
Uno sguardo al secondo passo
«Il primo passo, questo delle collaborazioni pastorali, mette voglia di compiere il secondo – ha sottolineato don Voltan – Anzi, per trovare l’equilibrio mentre si cammina bisogna ri-centrarsi sul prossimo passo. Le tre proposte del Sinodo si tengono e si collegano tutte insieme. Siamo partiti, siamo in progressione e guardiamo l’orizzonte dei ministeri battesimali». Il prossimo anno pastorale sarà dedicato proprio ai ministeri battesimali, ma – come ha spiegato don Carlo Broccardo, responsabile dell’Ufficio per l’annuncio e la catechesi (anche a nome di don Gianandrea Di Donna e di Lorenzo Rampon, Ufficio per la liturgia e Ufficio per la carità) – il focus sarà la sensibilizzazione «prima di scegliere e formare i candidati ai ministeri battesimali». Infatti, «non c’è solo da organizzare in modo diverso le cose, ma da fare propria una mentalità. Non si tratta di una proposta rivolta solamente agli organismi di comunione, ma anche ai vari soggetti, a tutte le persone che fanno parte delle nostre parrocchie. Per l’anno di sensibilizzazione è stato immaginato un percorso che si articola su tre livelli: gli uffici diocesani (al fine di orientare e sensibilizzare le proposte), le parrocchie, (a cui vengono offerti per approfondire la visione di Chiesa proposta) e i consigli pastorali parrocchiali. Questi ultimi, «nella primavera 2026 dovrebbero individuare i possibili candidati, che parteciperanno l’anno seguente al percorso formativo per i ministeri battesimali». Il vescovo Claudio, rispetto al cammino che stiamo compiendo e ad altri passi che ci attendono, ha rivolto un invito: «Non pensate che sia una semplice nuova struttura organizzativa quella che stiamo attuando: si tratta invece, almeno nella mia comprensione, di una nuova spiritualità: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale” (Rm 12,1). Il tempo e le energie che offriremo per annunciare il Vangelo e per edificare le nostre comunità sono vita nello Spirito, sono spiritualità».
Nel sito diocesipadova.it è possibile navigare la mappa interattiva delle nuove 47 collaborazioni pastorali (in basso, il QR-code da inquadrare per accedervi da smartphone). Si può scaricare, inoltre, un prospetto in cui – oltre al nome di ciascuna collaborazione e alle parrocchie che ne fanno parte – è anche indicato il numero di abitanti. Nella stessa pagina del sito si trovano le modalità di elezione dei referenti degli ambiti pastorali annuncio e catechesi, liturgia, carità, che partecipano al Coordinamento della collaborazione pastorale. È possibile scaricare, inoltre, un pdf con i 16 nuovi vicariati, il numero di parrocchie che ne fanno parte (da un minimo di 13 a un massimo di 52), le collaborazioni pastorali coinvolte e il nome del vicario foraneo. Il video dell’assemblea diocesana del 18 giugno è disponibile nel canale YouTube della Diocesi.