Idee | Pensiero LiberoCon il pragmatismo che la contraddistingue, pare che l’economia veneta si stia riconvertendo al settore bellico. I venti di guerra sembrano spirare sull’Europa, ora più che mai, visto che Donald Trump ha sfilato al Vecchio Continente l’“impermeabile” che da ottant’anni ci proteggeva da minacce e incursioni.
Sembra passato un anno, eppure il Parlamento Europeo parlava del riarmo dell’Unione appena poco più di una settimana fa. La svolta impressa dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha diviso l’opinione pubblica, ma di fatto aperto un nuovo paradigma: non più solo missioni di pace, non più alleanza atlantica, ma autosufficienza militare e, se necessario, boots on the ground (stivali sul terreno, espressione americana per dire invio di truppe). Così leggiamo nella stampa locale, in questi giorni, non solo di aziende attive (anche) in campo militare, come la Isoclina di Este che produce vetri per auto e treni e fornisce veicoli blindati civili e militari; o come la vicentina Officina stellare, con sede anche in America e collaborazione con la Nasa, che produce ottiche per esplorare lo spazio, ma anche per individuare bersagli balistici in campo militare. Ma anche di imprese che hanno colto la palla al balzo per uscire dalla crisi grazie alla corsa al riarmo. È il caso della trevigiana Faber che ha ripreso a produrre bossoli e ogive riattivando vecchie linee produttive della defunta Simmel, rilevata anni fa proprio da Faber, e in futuro la stessa strada potrebbe essere intrapresa anche dalla Berco, dislocata anch’essa nei pressi di Castelfranco Veneto. La politica e le categorie economiche hanno di fatto benedetto queste scelte. Dalle colonne del Corriere del Veneto, il presidente Zaia ha chiosato: «Anche questa è economia». Sulla stessa linea anche il presidente di Unioncamere Veneto Antonio Santocono («Si va dove il mercato chiede di essere presenti») e il nuovo segretario della Cisl del Veneto («Se significa pensare all’occupazione, siamo pronti al dialogo»). Sul valore del lavoro per tutti noi, cittadini veneti – un tempo detti “i giapponesi d’Italia” – non è il caso di perdere tempo a discutere. Piuttosto conviene guardare il problema anche da altre angolature. Se restiamo all’Ue, occorre anzitutto mettere in rilievo le contraddizioni di ReArm Eu, atto con cui si concedono debiti ai singoli Stati per spese militari e non si fa un passo verso la “difesa comune”. Non si tratta infatti di pensare a un unico esercito, tutto con la stessa dotazioni di munizioni o divise, ma di una stretta collaborazione tra Nazioni con una chiara catena di comanda sulla base della Nato: questo sarebbe realizzabile assai più velocemente. In secondo luogo, pensiamo al fatto che dotarci di armi possa anche darci lavoro oggi, ma non i soldati che queste armi le dovranno usare in un futuro che speriamo non arrivi mai. Oggi i ventimila soldati italiani sono troppo pochi per passare a teatri di guerra ad alta intensità – ben differenti rispetto al peace keeping – né hanno l’addestramento adeguato. Chi di noi è disponibile alla partenza per il fronte di fratelli, figli o nipoti? Basta il solo pensiero a metterci i brividi. Da profani della materia, ci ostiniamo a credere che il dialogo e la diplomazia rimangano gli strumenti più potenti per costruire – e non devastare – un Paese, un popolo, una comunità. Infine, occorre guardare anche al risvolto economico del riarmo. La spesa militare italiana è passata dai 20 miliardi di euro del 2016 ai 32 miliardi attuali (per la guerra in Ucraina), ma con ReArm Eu dovrebbe raddoppiare lo sforzo. Un conto impossibile per le nostre tasche, eppure la controllata dallo stato Leonardo ha sottoscritto un accordo militare con il colosso tedesco delle armi RheinMetall per la fornitura di 140 carri armati da combattimento, per 23 miliardi di euro. Uno di questi carri vale lo stipendio annuo di 215 medici, tutti e 140 permetterebbero di formarne per 15 anni 60 mila di nuovi, merce rara di questi tempi. Ma paura e propaganda stanno facendo digerire tutto questo ai cittadini europei.
