Storie
Legnaro – Dakar per l’Africa. L’avventura in auto di quattro amici
Sono arrivati primi per capacità di guida nel deserto, ma si sono rivelati soprattutto campioni di solidarietà.
StorieSono arrivati primi per capacità di guida nel deserto, ma si sono rivelati soprattutto campioni di solidarietà.
Sono quattro amici del Piovese che, desiderosi di fare del bene al prossimo, sono partiti da Legnaro per l’Africa subito dopo Natale, portando aiuti e una vettura da lasciare poi a disposizione di un progetto di cooperazione allo sviluppo. Sono partiti con la “Rust2Dakar”, un rally di beneficenza, cioè una corsa automobilistica che si tiene da alcuni anni e vede la presenza di parecchi equipaggi e che, ricalcando le orme di una delle più leggendarie strade d’Africa, via Marocco, Mauritania e Senegal arriva in Guinea Bissau, attraversando luoghi mitici della Parigi-Dakar di Thierry Sabine. A oggi si sono tenute già tre edizioni del rally (2022, 2023 e 2024) oltre a un’edizione speciale. L’utimo rally, partito lo scorso 28 dicembre con la partecipazione di 16 squadre per oltre 50 persone in totale, è stato vinto dai quattro amici padovani che hanno dato vita all’equipaggio “#049_charity_rally_team”, tagliando il traguardo per primi il 10 gennaio 2025. La carovana lungo il tragitto ha fatto diverse tappe portando aiuti ad alcune realtà che si occupano di mamme e bambini africani, ma non solo. Il caposquadra e ideatore del team piovese, è Marco Santiglia di Legnaro, di professione parrucchiere, titolare della Hair Industry di Ponte San Nicolò, con lui Andrea Storti di Piove di Sacco che lavora come tecnico per una nota marca di ascensori, Mirko Boccato di Codevigo, geometra in una azienda edile, e Nicolò Chinello di Sant’Angelo di Piove, agente di commercio nel settore termoidraulico. La “Rust2Dakar” viene organizzata dall’associazione umanitaria lombarda Tavolo 8, che è nata nel 2005 e pone la sua attenzione verso il benessere dei bambini e delle donne. Per partecipare alla gara basta un’auto, una moto, un furgone o un qualsiasi mezzo su ruote. Ogni veicolo viene poi destinato a diverse iniziative in Senegal e Gambia o rimane a disposizione dell’associazione organizzatrice dell’evento per essere usato nei progetti di cooperazione, come la Ford Focus dei vincitori padovani che è stata consegnata dopo la vittoria ai responsabili di Tavolo 8. «Per noi è stata davvero un’esperienza fantastica – racconta Marco Santiglia, a nome di tutto il gruppo – La creazione di ospedali di maternità, l’educazione dei ragazzi e la formazione delle donne sono il modo migliore per aiutare le fasce deboli del continente africano e dar loro forza e indipendenza».
«“Rust2Dakar” prevede tante ore di macchina ogni giorno per poter coprire la distanza prevista – aggiunge il portavoce del team – oltre alle attese per passare numerose frontiere tra uno Stato e l’altro. È stata anche un’occasione per incontrare persone fantastiche, sperimentare cibi, culture e tradizioni diverse e visitare luoghi incantati, dalle catene montuose, ai deserti e agli oceani e, infine, le foreste e i parchi naturali in compagnia delle altre squadre. Dove ci siamo fermati per fare tappa siamo sempre stati accolti con gioia da decine di ragazzi africani, a ciascuno dei quali abbiamo lasciato un pallone, una maglietta, una penna, ricevendo da tutti sempre grandi e sinceri sorrisi». Alcune tappe sono state significative e hanno lasciato il segno nei quattro amici piovesi. Così ricorda Andrea Storti: «In Occidente per “spaventare” i bambini evochiamo la presenza dell’uomo nero, li invitiamo, scherzosamente, a comportarsi bene altrimenti verrebbero portati via. In Africa le parti si invertono e ai ragazzi si racconta che viene a prenderli l’uomo bianco. Purtroppo non è una favola, lo abbiamo sperimentato nei nostri incontri: i bimbi vengono sottratti alle loro famiglie per essere adottati, talvolta anche per altre finalità molto meno nobili. Così quando arrivavamo in un luogo, i bambini appena ci vedevano facevano un passo indietro, prima di capire che eravamo lì per dare loro un aiuto».
Mirko Boccato invece è rimasto colpito profondamente da un incontro: «In un villaggio dove ci siamo fermati, quando abbiamo dato delle penne a un bambino, la mamma per ringraziarci ci ha regalato una bella pagnotta di pane appena sfornata». Molto toccante ed emozionante per i padovani è stata anche la visita a un orfanatrofio dove una bambina, sicuramente povera e certamente senza i genitori, ha regalato a Marco il suo braccialetto, dopo che il parrucchiere con gli altri amici aveva ballato e giocato con lei, facendole sentire l’affetto di una famiglia. Tante le storie legate ai più piccoli che l’equipaggio piovese ha potuto toccare con mano: «Siamo stati in una struttura di accoglienza per minori dove abbiamo conosciuto una bimba disabile – racconta Nicolò Chinello – I responsabili dell’associazione Esperanza che gestisce il centro ci hanno raccontato che la bimba non potrà mai uscire dal centro, perché gli animisti, che sono in maggioranza nella zona, ritengono che sia pericolosa e non potrebbe quindi sopravvivere». Non è mancata poi una visita a una missione cattolica in Senegal: «Siamo stati accolti anche qui con grande amicizia e disponibilità e dopo aver visto come pesavano i bambini, con un gancio che forse si usava da noi un tempo per pesare le merci, abbiamo consegnato loro due bilance di precisione per neonati – dice Marco, che poi evidenzia ancora – Nella prima settimana di vita, come ci hanno confermato anche le neo mamme, si preferisce non dare un nome al piccolo o alla piccola appena nati, perché la mortalità infantile è ancora molto alta». Storie difficili e di sofferenza Marco, Andrea, Mirko e Nicolò le hanno raccolte quando sono andati a portare aiuti in un centro che sostiene donne che hanno subito violenza, situazioni ed episodi purtroppo molto diffusi in Africa. Qui hanno avuto modo di toccare con mano la condizione delle mamme bambine: hanno conosciuto una piccola di soli 10 anni che recentemente era rimasta incinta dopo un rapporto con il capo del villaggio che di anni ne aveva 70. Alla fine del loro viaggio, che ha alternato momenti ludici ad incontri toccanti, Marco, Andrea, Mirko e Nicolò hanno svuotato la loro auto partita piena di aiuti da Legnaro e l’hanno lasciata a disposizione di una associazione locale. «Grande l’accoglienza che ci è sempre stata riservata da parte della popolazione locale – concludono – Quello che possiamo trarre tra l’altro da questa esperienza è il fatto che per quanto poco si abbia, è bello condividerlo con chi ci viene a trovare. Gli africani che abbiamo avvicinato hanno fatto tutti così, è alla base della loro cultura e ha lasciato un segno grande in tutti noi».
Prima di affrontare il lungo tragitto, la Ford Focus del team padovano è stata sottoposta a un check-up completo dai ragazzi della 4A della Fondazione Opera Monte Grappa di Fonte, nel Trevigiano, nata per volontà dei parroci della Pedemontana del comprensorio del Grappa. In quella occasione, è stato consegnato del materiale didattico destinato alla scuola di meccanici Garage Zé, un progetto in Guinea Bissau dell’associazione Tavolo 8, dimostrando come la formazione tecnica possa trasformarsi in un ponte tra continenti e culture, ma anche rafforzando il legame tra solidarietà e istruzione.
“Rust2Dakar” è un’avventura motorisitica africana, non di velocità, non competitiva, senza assistenza meccanica, burocratica e medica. Un’opportunità per sostenere i progetti di Tavolo 8. Info: www.rust2dakar.org
Fondamentale per la partecipazione alla gara “Rust2Dakar” è la presenza di tanti sponsor, ditte, ma anche privati che dimostrano sempre grande sensibilità. Gli organizzatori consigliano di trovare sponsor che aiutino con i costi di viaggio.