Chiesa
“La cura del creato rappresenta una vera e propria vocazione per ogni essere umano, un impegno da svolgere all’interno del creato stesso, senza mai dimenticare che siamo creature tra le creature e non creatori”. Parola di Leone XIV, che ha reso testimonianza dell’importanza della custodia della creazione con un percorso a tappe nei 55 ettari del Borgo Laudato si’, da lui inaugurato ufficialmente oggi a Castel Gandolfo. Ad accogliere il Papa nel Borgo sorto per volontà di Papa Francesco nel luogo di residenza estiva dei papi per dare attuazione concreta ai principi della Laudato si’, don Manuel Dorantes, direttore gestionale amministrativo del Borgo Laudato sì, il card. Fabio Baggio, direttore del Centro di Alta Formazione – cardine del progetto, che accoglie rifugiati, donne vittime di violenza, ex detenuti e disoccupati – e suor Alessandra Smerilli, consigliera di amministrazione.
Le tappe del percorso. Il Papa ha salutato i responsabili dell’accoglienza, poi è salito a bordo della golf car e, con un percorso a tappe, ha raggiunto l’Arco di Sant’Antonio, Palazzo Barberini, la Madonnina, la zona degli Specchi, La Vigna, le Aule e la Serra, dove si è svolta la celebrazione inaugurale con il rito della benedizione. Durante il tragitto, Papa Leone ha fatto una sosta in preghiera, inginocchiandosi in silenzio davanti alla Madonnina dove aveva presieduto la prima messa con il nuovo formulario per la Custodia del creato. Arrivato al lago della zona degli Specchi, munendosi di un cestino di vimini e dicendo sorridendo al suo seguito “Qualcuno ha fame?”, ha distribuito manciate di mangime ai pesci rossi. Proseguendo nel percorso, si è avvicinato ad un cavallo bianco di razza spagnola, simile a quelli che era solito usare per i suoi spostamenti in Perù, chiedendo a chi lo custodiva come si chiamasse – “Sale rosso”, la risposta – e offrendogli una carota mentre lo accarezzava. In ogni tappa nel silenzio e nella pace incontaminata del Borgo, dove tutto parla di armonia, il Santo Padre ha incontrato i dipendenti, i collaboratori, le loro famiglie e tutte le persone che animano, a diverso titolo, la struttura, come religiosi, formatori, studenti, cittadini, partner e sostenitori. È la quarta volta che il Papa si reca nel Borgo Laudato si’ di Castel Gandolfo; la prima, in forma privata, risale al 29 maggio quando Leone XIV ha visitato diversi luoghi, fermandosi anche nel Giardino della Vergine Maria. Il 9 luglio ha celebrato la prima Messa con il nuovo formulario per la Custodia della creazione nel Giardino della Madonnina, esortando ad ascoltare “il grido della terra”. Il 17 agosto scorso, infine, il pranzo con i poveri assistiti dalla Caritas di Albano e organizzato dalla diocesi locale e dal Borgo Laudato si’, in collaborazione con il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
Recuperare l’armonia del creato. Durante l’omelia della celebrazione inaugurale finale, Leone XIV ha citato le parole di Papa Francesco nella Laudato si’, definendo importante “recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda”. “Il Borgo Laudato si’, che oggi inauguriamo, si pone come una delle iniziative della Chiesa tese a realizzare questa vocazione di essere custodi dell’opera di Dio”, ha proseguito: “un compito impegnativo ma bello, affascinante, che costituisce un aspetto primario dell’esperienza cristiana”. Per il Papa, questa porzione delle Ville pontificie di Castel Gandolfo
“è un seme di speranza, che Papa Francesco ci ha lasciato come eredità, un seme che può portare frutti di giustizia e di pace. E lo farà rimanendo fedele al proprio mandato: essere un modello tangibile di pensiero, di struttura e di azione, in grado di favorire la conversione ecologica attraverso l’educazione e la catechesi”.
“Quello che vediamo oggi è una sintesi di straordinaria bellezza, dove spiritualità, natura, storia, arte, lavoro e tecnologia intendono coabitare in armonia”, l’omaggio di Papa Leone, secondo il quale
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“è questa, in definitiva, l’idea del borgo: un luogo di vicinanza e prossimità conviviale. E tutto questo non può non parlarci di Dio”.
Come la musica ascoltata, a conclusione della celebrazione inaugurale, dal Maestro Andrea Bocelli e suo figlio Matteo, che hanno intonato il Cantico delle Creature accompagnati dall’orchestra e il coro della diocesi di Roma, diretti da mons. Marco Frisina.
I bambini salvati dalla guerra. Nel palazzo pontificio di Castel Gandolfo, durante la seconda guerra mondiale, vennero ospitati alcuni dei 12mila sfollati che complessivamente furono accolti dopo i bombardamenti del 1944. Nel letto dove ancora oggi dormono i pontefici che scelgono di passare qui il periodo di riposo estivo (in tutto 16 su 77 papi dal 1626 ad oggi) nacquero in quel periodo 36 bambini. L’ultimo rimasto in vita, Eugenio Pio, ha incontrato oggi Leone XIV, nel giro tra i vari luoghi della porzione delle ville pontificie inaugurata oggi. Accoglienza, sostenibilità, economia circolare le parole-chiave del Borgo, che include storici giardini, palazzi, monumenti e vestigia archeologiche, zone agricole e nuovi spazi dedicati alla formazione e alla coltivazione biologica e rigenerativa, come le vigne biodinamiche e la serra alimentata con il fotovoltaico.
Il cuore del Borgo. Nel Centro di alta formazione Laudato si’, a pieno regime, saranno formati circa duemila studenti l’anno, inviati da tutto il mondo tramite le loro diocesi. Nel ristorante, in fase di realizzazione, lavoreranno anche persone con disabilità. Tutte le strutture, e il Borgo, da oggi sono visitabili: si prevede un afflusso di 250mila persone l’anno. È previsto il pagamento di un biglietto, ma chi è in difficoltà economiche potrà entrare gratuitamente. Nei 55 ettari del Borgo, completamente “plastic free”, dove per l’irrigazione è a goccia con il recupero delle acque nere e dove circoleranno solo veicoli elettrici, si produrrà un vino di alta qualità, con il marchio Laudato si’, ma anche olio, formaggio, verdure fresche, miele e un gelato biologico.