Chiesa | Diocesi
C’è stato un periodo non breve, fino a una ventina di anni fa, in cui i battesimi venivano celebrati quasi solo nelle domeniche durante la messa parrocchiale, per evidenziare la loro connessione teologica con l’Eucaristia, evocando l’unità dei tre sacramenti dell’iniziazione cristiana (dove però la cresima risultava sempre penalizzata), e sottolinearne la dimensione ecclesiale, per cui la persona che veniva unita al mistero pasquale del Signore Gesù era anche misticamente aggregata alla Chiesa, ne diventava membro. Oggi una simile prassi è in crisi, essendo diminuito considerevolmente il numero dei bambini da battezzare e cambiata la natura delle famiglie che li presentano, spesso prive di un rapporto stabile con la Chiesa, cosa che genera, nel rito, un grande imbarazzo, visto che padre e madre sono molto coinvolti anche fisicamente, attraverso gesti, dialoghi, risposte sollecitate dallo schema liturgico.
Per conservare la preziosa unità dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e dare una visibilità maggiore alla grazia battesimale, varrebbe la pena destinare il Tempo di Pasqua all’innesto dei battesimi nell’Eucaristia domenicale, adottando invece nel resto dell’anno altre modalità. Una proposta innovativa potrebbe essere quella di celebrare il battesimo nel tardo pomeriggio del sabato, sostituendo la catechesi ordinaria dei bambini con la loro partecipazione al rito. Ecco che l’ecclesialità si renderebbe percepibile con forza immediata, in modo più efficace che tramite le mediazioni razionalistiche, etiche e pedagogiche, e i bambini sarebbero la Chiesa che accoglie festante, con il canto e l’innocenza, la famiglia che presenta il proprio figlio perché entri a far parte del Corpo di Cristo.