“Non siamo turisti spirituali. Siamo pellegrini di significato. Arriviamo con zaini pieni di dubbi, ferite, canti e speranza. E con una certezza nel cuore: Cristo è vivo. E ci chiama”. Comincia così il “Manifesto dei Giovani Cristiani d’Europa” che è stato presentato oggi a Roma in sala stampa vaticana e sarà letto il 1° agosto, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Il Manifesto è il risultato di un ampio processo di partecipazione giovanile a livello internazionale e si inserisce in un più vasto progetto di “evangelizzazione” che avrà come tappe, “Roma 25 – Santiago 27 – Gerusalemme 33”. Si tratta di un’iniziativa originata dalla Conferenza Episcopale Spagnola ma che conta oggi sul sostegno del Ccee e di numerose conferenze episcopali, diocesi, parrocchie e movimenti ecclesiali in tutta Europa. La proclamazione ufficiale del Manifesto è prevista per venerdì 1° agosto, presso la Basilica di Santa Maria in Trastevere. Mons. Mikel Garciandia, Vescovo di Palencia, in rappresentanza della Conferenza Episcopale Spagnola e del Comitato di Coordinamento del progetto, rispondendo ad una domanda ha detto: “Il nostro sogno più grande sarebbe ovviamente che Papa Leone fosse a Santa Maria in Trastevere. Ma non volevamo oltrepassare i nostri limiti e intendiamo chiedergli di sostenere il progetto tramite un video”.
Il Manifesto è solo una prima tappa di un cammino. “Scegliamo di camminare – scrivono i giovani – perché seguire Cristo non significa restare fermi. Significa lasciarsi alle spalle la comodità, il cinismo e il ‘non mi interessa’. Significa mettersi in cammino. Da Roma andremo a Santiago de Compostela. Da Santiago de Compostela a Gerusalemme. E da lì… al mondo. Scegliamo di annunciare. Non con discorsi vuoti, ma con vite autentiche. Con musica, social media, arte, silenzio, presenza. Con una fede che non impone, ma propone”. I giovani si rivolgono quindi alla Chiesa e ai loro coetanei: “Chiediamo alla Chiesa di fidarsi di noi. Di permetterci di sbagliare, di servire, di crescere. Di offrirci cammini veri, comunità vive, pastori che camminano con noi. Chiediamo ai giovani del mondo: non placate la vostra sete. Non accontentatevi di una vita senza verità”. “Da Roma proclamiamo: Gesù è il Signore! Siamo la sua generazione! Siamo la sua Chiesa! Non siamo un esperimento. Non siamo un’appendice. Siamo il dono di Dio al mondo”.
“I giovani giungeranno a Santa Maria in Trastevere – ha detto mons. Marco Gnavi, Parroco di Santa Maria in Trastevere – con il loro zaini, pieni di dubbi, di speranze, di domande aperte. Credo che il pellegrinaggio non chiuda le domande, non offra risposte semplici, ma suggerisca il noi della Chiesa. Con il protagonismo di questa generazione nuova, questo ‘noi’ è carico delle domande, delle ferite, delle attese dell’umanità di fronte alle quali i giovani, a differenza di molti adulti, non si sottraggono. Questa sosta a Santa Maria sarà al tempo stesso un momento di preghiera, di testimonianza, di fraternità, di gioia”. “Nel vostro manifesto – ha proseguito Gnavi – voi chiedete esplicitamente, alla chiesa di fidarsi di voi. Noi oggi viviamo con Papa Leone e continueremo a essere chiesa in uscita. Questa volta ci facciamo accompagnare o magari guidare anche dalle domande, dalle preghiere e dalle attese dei millennials”.
“Noi giovani e adulti di questa piccola chiesa di Terra Santa, oggi più che mai, abbiamo bisogno della vostra testimonianza e della vostra vicinanza nella fede”. Lo ha detto il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, intervenendo – collegato da Gerusalemme – alla conferenza stampa. “Ci dà tanta speranza sapere che avete deciso di fare una dichiarazione a Roma, a Santa Maria Trastevere, proprio nel giorno precedente il Giubileo dei giovani nella quale annunciate il progetto di un itinerario di evangelizzazione che, partendo da Roma e passando per Santiago, si concluderà a Gerusalemme nel 2033, nell’Anno Santo della Redenzione. Condivido con voi questo bellissimo sogno”, ha proseguito il Patriarca. “Anche i giovani della nostra chiesa di Terra Santa, presenti in Giordania, in Palestina, in Israele, a Cipro, desiderano essere parte con voi di questo bellissimo progetto e di questo cammino di evangelizzazione”.
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“Spero che questo progetto possa essere un piccolo tassello nella costruzione del comune desiderio di porte aperte sui popoli e di un mondo pacificato”.
Nel guardare al Giubileo di Roma, il card. Pizzaballa ha però confidato: “Purtroppo molti dei nostri giovani, non potranno essere presenti a Roma in questa circostanza a causa della situazione politica che non permette loro di raggiungervi. Ma tutti preghiamo che nel 2033 il mondo sarà diverso, sarà pacificato e che tutti, da Oriente a Occidente, possono giungere con gioia e con libertà a Gerusalemme”. Il patriarca ha concluso il suo intervento, invitando i giovani a “portare con la propria vita, con passione e con gioia a tutti la testimonianza del Gesù Risorto di cui il mondo oggi è assetato”.
“Siamo in attesa del Giubileo dei giovani. Prevediamo possano arrivarne un milione da tutto il mondo”. A dare una primissima previsione del numero dei giovani che arriveranno a Roma per il loro Giubileo (28 luglio -3 agosto) è mons. Graziano Borgonovo, sotto-segretario del Dicastero per l’Evangelizzazione, rispondendo ad una domanda. Il sotto-segretario ha raccontato quanto si sta lavorando in Vaticano in questi giorni per le questioni fondamentali, in particolare per “gli aspetti organizzativi, logistici e strutturali” e anche “per quanto riguarda la sistemazione di Tor Vergata”. “Ci saranno vari momenti – ha detto Borgonovo – dislocati in varie piazze della città, oltreché nei dintorni del Vaticano, in attesa della veglia di sabato 2 agosto e della messa conclusiva con il Santo Padre domenica 3 agosto a Tor Vergata”.
Borgonovo ha poi annunciato che nelle giornate di lunedì 28 e di martedì 29 luglio, si terrà il “Giubileo degli influencer”. L’evento è curato dal Dicastero per le Comunicazioni. “La comunicazione digitale – ha sottolineato il sotto-segretario – è qualche cosa di decisivo e noi dobbiamo essere presenti anche in questi luoghi”.