Marocco, due anni dopo il sisma. Card. Lopez Romero: “Ricostruzione quasi completata grazie a solidarietà e impegno comune”
Nella notte tra l’8 e il 9 settembre 2023 il Marocco veniva colpito dal più forte terremoto mai registrato nel Paese, con circa 3mila vittime e 6mila feriti. Oggi, a due anni di distanza, l'arcivescovo di Rabat, racconta al Sir come i territori colpiti siano stati in gran parte ricostruiti, grazie all’impegno del governo, alla resilienza del popolo e al sostegno delle organizzazioni internazionali, tra cui Caritas
La notte tra l’8 e il 9 settembre di due anni fa il Marocco veniva colpito dal più forte terremoto mai registrato strumentalmente nel Paese. Una prima scossa di magnitudo 6.8 seguita, 19 minuti dopo, da una seconda, di assestamento, da 4.9. L’epicentro, individuato a 71 km da Marrakech, ha causato la morte di circa 3mila persone e quasi 6mila feriti. Il Sir ha raggiunto telefonicamente il card. Cristobal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat, per capire come sia oggi la situazione dei territori colpiti che, all’epoca, contavano almeno 50mila abitazioni, tutte distrutte.
“Il popolo marocchino – ha esordito il card. Lopez Romero – si è dimostrato capace di una solidarietà straordinaria, l’impegno del governo è stato, e continua ad esserlo – fondamentale. Provvidenziale poi, è stato il sostegno da parte delle organizzazioni internazionali, tra cui Caritas, che hanno lavorato intensamente sia durante la fase di emergenza che successivamente”.
Il cardinale racconta anche di una situazione ad oggi quasi completamente ripristinata, per alcuni versi anche migliore rispetto alla a quella pre-terremoto: “Una volta passato il momento di emergenza – aggiunge –, una seconda fase di aiuti ha permesso di rispristinare tutto il sistema educativo e sanitario, oltre che i collegamenti stradali. In alcuni casi realizzando anche nuove strade e servizi. La situazione ad oggi è sotto controllo, grazie soprattutto allo sforzo comune tra il governo marocchino ed altre organizzazioni di volontariato oggi coinvolte in una terza fase nella quale tutti siamo impegnati nel creare fonti di lavoro”.
Alle parole del cardinale fanno eco quelle di Alvaro Sanchez Calvo, segretario generale di Caritas Marrocco, che racconta
“la straordinaria resilienza dimostrata da popolo marocchino nel momento dell’emergenza e della ricostruzione delle zone più colpite”. Fin dal primo momento di emergenza, Caritas Internationalis, per mezzo di Caritas italiana, è stata presente nel territorio colpito dal sisma attraverso la distribuzione di rifugi temporanei, sostenendo altri bisogni urgenti della popolazione in collaborazione attiva con l’allora neonata Caritas Marocco. I progetti finora supportati da Caritas italiana hanno richiesto un impegno finanziario complessivo di 1.2 milioni di euro, composti per circa la metà da uno stanziamento della Cei e per il resto dalla raccolta di offerte provenienti da donatori e Caritas diocesane.
“L’aiuto concreto da parte della Caritas italiana – afferma il segretario Alvaro – è andato ben oltre l’importante contributo economico offerto al Marocco. Fondamentale è stato infatti il supporto strategico offerto da Caritas italiana alla nostra Caritas locale, in particolare mettendo a nostra disposizione la sua grande e consolidata esperienza. Inoltre, grazie al suo specifico intervento, è stato possibile mettere in atto progetti destinati anche a chi non era stato raggiunto dai primi aiuti”.