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Medici di famiglia in Veneto. Fimmg revoca lo stato di agitazione, le altre sigle continuano dritto
Smi e Snami confermano gli ambulatori chiusi nel periodo pasquale e oltre
FattiSmi e Snami confermano gli ambulatori chiusi nel periodo pasquale e oltre
La Fimmg Veneto, per il momento, fa un passo indietro e revoca lo stato d’agitazione indetto lo scorso 1° marzo. La decisione del principale sindacato dei medici di famiglia è stata comunicata dopo il positivo dialogo, avvenuto mercoledì 22 marzo a Palazzo Molin, tra l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, il nuovo direttore generale dell’Area sanità e sociale, Massimo Annicchiarico, e il segretario generale della Fimmg Veneto, Maurizio Scassola. Un dialogo definito dalle parti positivo e che rilancia la riorganizzazione dell’Assistenza primaria e territoriale: sul tavolo sarebbe in corso una scrittura condivisa del nuovo Air, l’Accordo integrativo regionale. «Il colloquio è stato molto positivo – evidenzia Maurizio Scassola – e il direttore generale ci ha espresso la sua assoluta volontà di prendere in mano la situazione, assicurandoci che a breve convocherà i tavoli per ascoltare le nostre istanze. Anche l’assessore Lanzarin ha confermato il suo impegno in questo senso. La carenza di medici di medicina generale e le difficoltà assistenziali correlate impongono una pronta risoluzione dei problemi per offrire ai cittadini veneti pari opportunità di assistenza». Di diversa opinione rimangono, invece, le altre due sigle che rappresentano i medici di famiglia veneti: Smi e Snami hanno confermato lo stato di agitazione e le giornate di sciopero, fissate per il periodo pasquale e oltre, il 5, 6, 12, 13 e 14 aprile. Le motivazioni sono di fatto le stesse impugnate più volte anche dalla Fimmg: burocrazia soffocante, errori di programmazione nel determinare il numero dei medici sempre più carenti, sovraffollamento di assistiti per ogni camice bianco, liste d’attesa infinite e la mancanza di tutele per i medici nei casi di malattia o gravidanza. Cinque giorni di ambulatori chiusi con le serrande abbassate, che si aggiungeranno alle tre giornate di chiusura per le consuete festività pasquali. Quella che andrà “in scena” sarà, dunque, la protesta più lunga dall’ottobre del 2017, quando la Fimmg annunciò 81 giorni di sciopero, salvo poi fare un passo indietro, trovato l’accordo con la Regione. Lo scenario è in continua evoluzione e da qui a Pasqua potranno esserci sorprese.