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Monselice. 5G, vane le proteste: installata l’antenna
Monselice. È alta 30 metri, si trova vicino a luoghi sensibili
FattiMonselice. È alta 30 metri, si trova vicino a luoghi sensibili
Si chiama “5G Bando Monselice Carmine” la nuova stazione radio base per telefonia mobile di Vodafone installata in questi giorni in via Valli 15, in un’area privata. Un’antenna alta più di 30 metri, e dopo quelle collocate in quartiere Marco Polo e in via del Borgo, non sarà certo l’ultima, dato che una prossima area è già stata destinata a Iliad per una base con otto antenne e tre parabole in via Beata Madre Teresa di Calcutta. A nulla è valsa, anche questa volta, la raccolta di firme per una petizione degli abitanti del quartiere, preoccupati oltre che per la vicinanza al centro parrocchiale, ai campi sportivi e alle scuole, anche per il deprezzamento dei loro immobili. Il 5G ha bisogno di una rete capillare di antenne sul territorio nazionale poiché, basandosi sulla tecnologia del beamforming (“modellamento” dei raggi, la traduzione) emana un segnale diretto ai singoli dispositivi e non più diffuso ad ampio raggio. Ciò a favore di un sistema più efficiente che riduce le interferenze, ma che solleva non poche polemiche e perplessità. La questione è stata portata più volte all’attenzione degli amministratori monselicensi ed è stata oggetto di un acceso dibattito al recente consiglio comunale del 29 novembre scorso. I cittadini hanno presentato osservazioni dettagliate, chiedendo un tavolo di confronto per un dialogo continuo che coinvolga anche altri enti competenti; inoltre hanno sollecitato il monitoraggio dei livelli di esposizione alle onde elettromagnetiche, come avevano richiesto già da tempo e in base alla promessa che sarebbe stato attuato assieme ai comuni limitrofi. Il consigliere di minoranza Francesco Miazzi, da parte sua, ha presentato al Consiglio una mozione, chiedendo una moratoria sull’installazione di nuove antenne per la telefonia mobile: «Purtroppo la normativa in vigore ha ridotto le possibilità d’intervento da parte dei Comuni, il tutto per favorire l’industria delle telecomunicazioni a discapito della salute pubblica e dell’ambiente». Tra le sue richieste vi è anche la stesura di un nuovo Piano territoriale specifico, per installazioni di stazioni radio base per telefonia mobile, che si possa avvalere della consulenza di esperti del settore. Se l’Istituto superiore della sanità tende a rassicurare dicendo che «le emittenti aumenteranno, ma avranno potenze medie inferiori a quelle degli impianti precedenti», l’impatto ambientale che ne consegue, in un territorio già troppo provato, non è certo da sottovalutare. (M. T.)