Monte Castellazzo e Cristo pensante. Pensare, pregare e sorridere camminando fra ampi panorami

L’anello del Cristo pensante, situato all’interno del Parco naturale Paneveggio – Pale di San Martino, è una delle escursioni più note delle Dolomiti trentine, grazie alla famosa statua posta vicino alla cima del monte Castellazzo, alla natura rigogliosa presente lungo il percorso, alle tracce della Grande guerra e ai panorami mozzafiato che accompagnano l’escursionista lungo tutto il cammino.

Luca Grotto

A fare da sfondo all’itinerario, infatti, sono le vicine Pale di San Martino, gruppo più esteso delle Dolomiti e probabile fonte di ispirazione per lo scrittore Dino Buzzati per la stesura dell’ambientazione del suo capolavoro Il deserto dei Tartari. Il panorama non si limita alle Pale di San Martino, ma abbraccia tutto il Parco naturale di Paneveggio, il vicino Lagorai e nelle giornate più limpide la Marmolada. L’itinerario passa nei pressi di due rifugi, capanna Cervino e baita Segantini, dove si possono gustare degli ottimi piatti tipici e che possono essere la meta di escursioni più brevi, adatte ad ogni camminatore. Il percorso completo richiede buone condizioni fisiche: non vanno sottovalutate la salita fino alla cima del monte Castellazzo e la discesa su terreno ghiaioso, durante la via del ritorno. Quest’escursione dà il suo meglio nella stagione estiva, ma parte di essa può essere effettuata anche in inverno, con l’utilizzo delle ciaspole.

L’itinerarioIl percorso ha inizio da Passo Rolle (1984 metri), località che separa la val di Fiemme dalla val di Primiero, nei cui pressi è possibile lasciare l’auto; seguendo le indicazioni, ci si immette nel sentiero che lascia la strada, in corrispondenza della casa cantoniera della Provincia autonoma di Trento. Dopo aver svoltato a destra al primo bivio, a circa 500 metri dall’inizio dall’avvio, si entra nella strada Val Venegia, che si segue per una ventina di minuti, fino a raggiungere capanna Cervino (2084 metri), il primo dei due rifugi presenti lungo l’anello (in alternativa si possono percorrere le evidenti scorciatoie che tagliano i tornanti della strada principale). Continuando ancora per mezz’ora circa, sempre seguendo la strada sterrata o i sentieri segnalati, si giunge a baita Segantini (2182 metri), da cui si può godere di una vista impareggiabile sulle sovrastanti Pale di San Martino, che si specchiano nel laghetto adiacente, e nei cui pressi si trova il monumento in ricordo di Alfredo Paluselli, costruttore del rifugio. Baita Segantini, oltre che del giro descritto in questo articolo, è il punto di partenza di numerose altre escursioni, come quelle in direzione della val Venegia o delle Pale di San Martino. Dopo una meritata sosta, si imbocca il sentiero R01, interamente tabellato, che in un’ora abbondante, conduce fino alla zona sommitale del monte Castellazzo; lungo il percorso ci sarà la possibilità di ammirare ampi panorami sulle cime circostanti e visitare numerosi resti risalenti alla Grande guerra. Il monte Castellazzo, infatti, era un caposaldo molto importante, trovandosi in una posizione strategica, tra il massiccio delle Pale di San Martino e la catena del Lagorai: non mancano trincee, baraccamenti, depositi, gallerie e piazzole delle teleferiche, muti testimoni del primo conflitto mondiale, illustrati dai cartelli presenti nell’area. Poco lontano dalla cima del monte Castellazzo (2333 metri), si trova la celebre statua di marmo bianco del Cristo pensante, opera di circa 1 metro e 80 centimetri di altezza dello scultore Paolo Lauton, ricavata da un blocco di marmo bianco di Predazzo alla cui base è presente una targa di ferro con una citazione di Madre Teresa di Calcutta: «Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di sorridere». Si tratta di un invito alla meditazione e a riappropriarsi del proprio tempo, in questo luogo lontano dalla frenesia del nostro mondo. Vicino alla statua del Cristo pensante c’è una croce, opera di Pierpaolo Dellantonio, in cortèn, il ferro che si arrugginisce. Dopo essersi goduti la vetta, si segue il sentiero che prosegue in direzione opposta a quella da cui si è arrivati, e in mezz’ora circa si arriva alla capanna Cervino, da cui si segue la strada dell’andata per ritornare al punto di partenza.

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Monte Castellazzo e Cristo pensante. Pensare, pregare e sorridere camminando fra ampi panorami

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