È un percorso scandito da venti “stazioni” interattive, un villaggio sospeso sulle cime di alberi senza rami e senza foglie, dotati ognuno di codice Qr, l’installazione scultoreo-sonora di Antonio Panzuto, con la collaborazione drammaturgica di Alessandro Tognon, collocata nei giardini dell’Arena a Padova. “Qui da noi il tempo non c’è” è il titolo dell’installazione. L’intenzione dell’autore è quella di creare un luogo i cui singoli elementi entrano in relazione con i resti archeologici e la vegetazione dei giardini dell’Arena, e che assieme danno forma a un possibile aldilà simile a un uliveto, «dove il vento arriva puntuale nel pomeriggio». Inquadrando il Qr-code con lo smartphone, si ascoltano tracce audio ogni volta diverse, un monologo che riflette sulla “sostanza” del tempo e il senso dell’esistenza. Gli spettatori possono sedersi e ascoltare sotto ogni albero memorie e intimità che si affiderebbero a un diario: confessioni su quello che ognuno dei protagonisti ha compreso o finalmente capito della sua esperienza terrena, raccontate con il distacco sofferto di chi è ora dall’altra parte e torna sugli eventi del suo passato. All’ingresso una panchina con accanto un misterioso osservatore: è un invito a entrare in una dimensione immateriale separata dalla frenesia quotidiana, allo scopo di creare un proprio percorso tra una vita e l’altra, raccogliendo il senso di un messaggio accessibile solo a chi è disposto a prendersi il tempo per farlo.