Mosaico | Sagre e FesteDal 19 al 24 giugno la comunità si ritrova attorno a un buon piatto di poenta e musso. La sagra di giugno unisce da due anni quella della Santa Croce e quella della Poenta e musso che si teneva a settembre. Tavola calda, ballo e concerto ripagheranno il centro parrocchiale.
Sessanta persone – ma non sono certamente le uniche – che hanno a cuore la parrocchia e non si fermano di fronte alla difficoltà di organizzare una grande festa partendo ogni volta da zero. Sono i volontari che rendono possibile la sagra di Deserto d’Este, in programma dal 19 al 24 giugno. Uomini e donne di tutte le età che, anno dopo anno, si rimboccano le maniche per raggiungere l’obiettivo di creare un momento di aggregazione per la comunità e, se possibile, raccogliere fondi per ripianare un debito importante. «L’eventuale utile della festa serve ad abbattere il mutuo contratto dalla parrocchia nove anni fa per ristrutturare il centro parrocchiale – spiega Federica Toffanin del comitato parrocchiale che organizza la festa – Per finanziare i lavori, inizialmente si organizzavano due feste: quella patronale della Santa Croce in maggio e quella della Poenta e musso a settembre. In quei periodi, però, spesso il clima non era dei migliori; inoltre, in tempi di crisi economica, trovare sponsor e far quadrare i conti diventava sempre più complicato. Noi, infatti, non possediamo nessuna struttura e dobbiamo di volta in volta noleggiarle, ricominciando tutto da capo e, se necessario, autotassandoci».
Così, da due anni, le due manifestazioni sono confluite in un’unica festa, in giugno, che ha sintetizzato le caratteristiche di entrambe«Da un lato lo spirito prettamente parrocchiale, che si traduce nel desiderio di creare un’occasione di ritrovo e allegria soprattutto per le famiglie e i giovani. Dall’altro lato la valorizzazione di un piatto tipico della zona come la poenta e musso. Mettere in piedi un unico avvenimento costa lo stesso tanta fatica, ma teniamo duro perché siamo convinti che, come dice il proverbio, “goccia dopo goccia si fa il mare”».
La sagra richiama tutti gli abitanti di Deserto e molti dei paesi vicini, forte dalla fama che ha saputo guadagnarsi«Per la gastronomia abbiamo puntato su un ingrediente, il musso appunto, che fa parte a pieno titolo della storia della nostra frazione: basti pensare che qui esiste una macelleria equina attiva da un secolo e mezzo. Il musso viene servito in umido con la polenta, ma prepariamo pure un gustoso ragù per le lasagne. Il menù include, inoltre, vari affettati equini e carne di cavallo alla griglia». La tavola calda è aperta tutte le sere, così come è quotidiana la proposta del ballo liscio, della pesca e della fiera dell’artigianato che espone le produzioni domestiche di vari appassionati del luogo. Domenica è in programma la festa della famiglia, che nel pomeriggio vivrà un momento particolarmente sentito con il concerto “Una canzone per te” in memoria di Mattia, un ragazzo di Deserto scomparso l’anno scorso. Si esibiranno tutti i gruppi di cui il giovane aveva fatto parte. È rivolto ai giovani anche lo spettacolo di lunedì dell’attore Dario Carturan, che proporrà un monologo tra comicità, ironia e riflessione sul bullismo e altre tematiche particolarmente vicine alla sensibilità dei ragazzi. Per tutte le età, ma in particolare per gli anziani, è il torneo di briscola di martedì, pensato per rispolverare uno dei passatempi preferiti di tanti abitanti del luogo. La festa si chiude mercoledì sera con il ballo e la tombola per tutta la comunità.
Se è vero che la sagra della Poenta e musso rappresenta il principale momento di aggregazione per la frazione di Deserto, in quanto richiama un po’ tutti i residenti indipendentemente dalla loro vicinanza alla parrocchia, è altrettanto vero che la comunità cristiana del paese si mantiene vivace durante tutto l’anno. Il comitato parrocchiale, ad esempio, insieme ai giovani che animano il patronato organizza anche le feste dell’Epifania, di carnevale e delle castagne, appuntamenti rivolti soprattutto ai bambini e alle loro famiglie. Questo “attaccamento al campanile” lo si riscontra, inoltre, ogni giorno nei vari appuntamenti della vita pastorale quotidiana della comunità. «La nostra è una parrocchia piccola ma ricca e in continuo fermento – conferma il parroco, don Marco Pedron – La vivacità riguarda innanzitutto la liturgia. Le nostre celebrazioni sono belle, sentite, vissute con partecipazione e animate dal canto del coro. Anche la catechesi si distingue per queste caratteristiche positive. L’iniziazione cristiana era partita, come credo fosse normale, con qualche fatica e difficoltà. Oggi, invece, questa impostazione è stata accettata e gli incontri, per quanto forse non frequentati come potrebbero, sono intensi e profondi, molto sentiti pure essi». Lo stesso atteggiamento lo si riscontra, infine, nell’adesione alle proposte estive che ogni anno la parrocchia rivolge alle nuove generazioni: «Organizziamo campiscuola praticamente per tutte le età. Bambini, ragazzi e giovani partecipano numerosi e con lo spirito giusto, e i risultati poi si vedono e si toccano con mano. Terminati i campi, è ormai tradizione fare una grande festa, tutti insieme, per mostrare e far capire una volta di più alla comunità, specialmente ai genitori, lo spessore dell’esperienza vissuta, non certo una semplice vacanza».
