Mosaico
Camminare insieme per fare inclusione ed educare alle differenze. È ciò che si è proposto “Montagna Libera Tutti”, il camp inclusivo che si è svolto dal 7 all’11 agosto a Cese dei Marsi e dintorni, in provincia dell’Aquila.
Protagonisti del camp sette ragazzi tra i 16 e i 20 anni: due giovani ciechi, un ragazzo ipovedente e ipoacusico e quattro giovani africani non accompagnati, uno dei quali con una disabilità.
L’iniziativa ha previsto escursioni nella natura, esperienze sensoriali, laboratori di cucina tradizionale, pic-nic all’aperto, partecipazione a festival culturali. Un’occasione per stabilire anche un rapporto significativo con la piccola comunità del paesino abruzzese. Ad esempio, imparando a fare la pasta dalle signore di Cese dei Marsi.
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L’obiettivo è stato favorire nei ragazzi una maggiore autonomia e consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, imparando ad aiutarsi reciprocamente.
Le attività di cammino e immersione nella natura promuovono l’incontro e l’inclusione, perché la lentezza del passo e la costanza dello sforzo impongono attenzione a sé e alle piccole cose, creando le condizioni ideali per relazioni genuine, che si nutrono di una sfida comune e di un’autenticità difficili da vivere nella frenesia della vita quotidiana.
L’iniziativa è stata organizzata da due realtà impegnate da anni nell’inclusione attraverso le esperienze nella natura: NoisyVision e Appennini for All. NoisyVision è un’associazione che promuove l’accessibilità, l’inclusione e la consapevolezza sulle disabilità sensoriali, organizzando soprattutto cammini dove le persone cieche, ipovedenti, ipoacusiche e normodotate camminano fianco a fianco, in un rapporto alla pari. Appennini for All è un tour operator nato per rendere la montagna accessibile a tutti, valorizzando il territorio dell’Appennino centrale. NoisyVision e Appennini for All in questi anni hanno organizzato eventi che, attraverso il cammino e la natura, hanno contribuito ad abbattere quelle barriere culturali che ostacolano una piena partecipazione alla vita sociale da parte delle persone con disabilità sensoriale.
Il fondatore e presidente di NoisyVision è Dario Sorgato, 47 anni, nativo di Padova e attualmente residente a Treviso, affetto dalla sindrome di Usher, malattia genetica rara che causa sordità e problemi alla vista. “Nel corso della vita ho cercato di trovare le strade per accettare un po’ questa condizione. Ho vissuto a Milano per studi 12 anni, poi a Berlino per 13, poi sono tornato in Italia perché ho una bimba di 8 mesi.
Dopo una serie di viaggi e anche di cambiamenti di vita, ho trovato la mia strada per accettare in qualche modo questa condizione, passando soprattutto dal cammino. Grazie al cammino di Santiago, in particolare, è nata questa sorta di vocazione per il viaggio a piedi”, racconta al Sir.
“Il cammino di Santiago – riprende Dario – ha segnato la svolta e poi con l’arrivo a Berlino ho proprio deciso di uscire dal guscio della non accettazione, anche un po’ della vergogna della disabilità, per poi cominciare a raccontarla invece attraverso un blog che si chiamava NoisyVision. Da lì sono partiti i progetti a livello europeo e poi il primo cammino del 2016 sulla Via degli Dèi è stato con un gruppo. Allora ho capito che questa è la strada per fare del cammino uno strumento di inclusione sociale. Ed è quello che attualmente fa NoisyVision”.
Sorgato precisa:
“I cammini sono stati soprattutto in mezzo alla natura, ma abbiamo fatto anche viaggi in barca a vela. Sempre mettiamo insieme persone con e senza disabilità che hanno voglia di condividere un’esperienza cercando di fare in modo che poi portino a casa anche qualche ‘dono’ che queste avventure consegnano. Può essere un approccio diverso alla vita, un confronto con altre persone che vivono la stessa condizione ma in maniera diversa, quindi un apprendimento reciproco, una scuola sul campo, se così vogliamo dire”.
L’associazione da anni collabora con la Compagnia dei cammini per proporre cammini in tutta l’Italia e anche all’estero, come il Portogallo e il Marocco, nel deserto.
“Abbiamo sempre organizzato iniziative rivolte agli adulti, dal 2023 ci occupiamo anche degli adolescenti con il primo cammino sul Sentiero di Leonardo da Lecco a Milano al quale è dedicato il documentario ‘NoisyVision’, che racconta la storia dei 13 ragazzi che due anni fa hanno preso parte al cammino inclusivo ‘Anche a Leo piace giallo’ per adolescenti ipovedenti, non vedenti e vedenti”. Per il camp a Cese NoisyVision e Appennini for All hanno deciso di coinvolgere anche dei ragazzi stranieri non accompagnati, con lo stesso spirito di inclusione e valorizzazione delle differenze che contraddistingue la loro attività. “Quest’anno – spiega Sorgato – abbiamo deciso di organizzare un’iniziativa un po’ più stanziale, non itinerante. L’originalità di questo camp è stata la commistione di adolescenti di cui alcuni erano ragazzi stranieri non accompagnati e altri con disabilità.
Ciascuno ha messo a disposizione dell’altro le proprie potenzialità: i giovani vengono di situazioni di disagio ma hanno potuto aiutare i ragazzi non vedenti e ipovedenti a percorrere un sentiero di montagna o a fare altre attività”.
Come è andata l’esperienza? “Direi che
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è stata una sfida vinta, la risposta era già nei sorrisi dei ragazzi quando sono partiti, nella contentezza e nella commozione manifestate alla fine del camp, nelle amicizie nate tra i partecipanti.
Inoltre, il paesino di Cese è stato molto accogliente. È stato anche simpatico vedere che uno dei ragazzi incontrati per strada abbiamo chiesto a Moustapha, uno degli stranieri non accompagnati: ‘Ma sei il pescatore di Livorno, vero?’. Siamo entrati nella comunità, non siamo stati semplici ospiti, ci siamo integrati. Per questo dico che è una sfida vinta: se la parola d’ordine era integrazione, c’è stata a tutti gli effetti, sia tra i ragazzi partecipanti sia con la comunità locale”.
C’è stata qualche difficoltà? “Il cammino presenta sempre difficoltà. Il caldo, la fatica di valicare una montagna, scarpe non adatte.
Ma anche l’integrazione tra adolescenti non è scontata, il gioco ha aiutato, come pure la condivisione.
Ed è stato bello che il ragazzo che vive a Livorno ha detto a quello di Firenze: ‘Ci vediamo in Toscana’. Uno sta vivendo in comunità e l’altro è ipovedente, ma sono riusciti a creare un legame, mi piace pensarli ad un concerto assieme”.
Quali sono le prossime sfide? “Abbiamo già delle iniziative in programma sempre con i giovani. Partiremo il 24 agosto per il Parco nazionale dello Stelvio, alcuni dei partecipanti saranno gli stessi di Cese dei Marsi. Faremo un camp sempre residenziale al santuario di San Giovanni d’Andorno in Valle del Cervo con altre realtà locali. Anche in questo caso il territorio si spende per farsi conoscere, per cercare di valorizzare alcune risorse tra cui lo stesso santuario.
La formula sarà sempre la stessa anche per le prossime iniziative, persone con problemi sensoriali e di vista che camminano o fanno delle attività insieme con ragazzi coetanei senza disabilità”.