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Mappe IconMappe | Mappe 05 – Il settore automobilistico – marzo 2022

martedì 15 Marzo 2022

Pesa l’incertezza. Scarseggiano i microchip e in Veneto sale l’usato

«La rivoluzione della mobilità urbana è arrivata a Padova». A lanciare lo slogan è un pannello pubblicitario che giganteggia a Padova in Riviera dei Ponti Romani, angolo con via Altinate.

Giovanni Sgobba
Giovanni Sgobba
redattore

I sognatori in sella a una bici potrebbero immaginarsi un ridisegno della viabilità ciclabile, un potenziamento green in linea con lo sfondo verde e con le svolazzanti foglie del manifesto spot. Invece Xev, startup italocinese con sede in Piemonte specializzata in auto elettriche stampate in 3D, stende il tappeto rosso in Veneto per la sua Yoyo, la prima minicar 100 per cento elettrica. Alcuni punti di forza: autonomia di 150 chilometri al costo di un euro per il pieno, velocità massima di 80 chilometri orari, consumi bassi, guidabile a partire da 16 anni, design accattivante, apertura della portiera tramite app su smartphone e senza chiavi, abitacolo bluetooth e moderno. Costo meno di 15 mila euro, pagabile con rate da 99 euro al mese. Che sia rivoluzionario o no, «ai clienti che vengono in concessionaria, noi facciamo provare di una stessa vettura anche la versione ibrida o elettrica in modo da approcciarsi alla novità – spiega Massimo Ghiraldo, presidente dei concessionari auto dell’Ascom Confcommercio di Padova – Come in qualsiasi momento di transizione epocale, come quello che stiamo vivendo, ci sono utenti interessati e altri molto più restii. Certo, l’attuale situazione economica e sociale rende incerto l’acquisto e non dimentichiamoci che, seppur lievemente scesi, i prezzi delle macchine elettriche sono ancora alti e soprattutto non per tutte le esigenze: Tesla, per esempio, non ha ancora prodotto un’utilitaria, ma solo macchine di alta gamma questo perché la produzione di batterie principalmente a litio ha un costo elevato».

Massimo Ghiraldo, a ogni modo, è cauto nell’analizzare l’andamento negli ultimi anni del settore automobilistico: pandemia, lockdown, lievitazione dei costi, scarsità di materie prime, la guerra in Ucraina e insicurezza dell’individuo sono fattori da tenere in considerazione. A inceppare la macchina è la carenza dei microchip, indispensabili per far funzionare la parte elettronica; così tecnologici e al contempo a basso costo che sono diventati monopoli di pochissime aziende, soprattutto cinesi, oggi in difficoltà. «Le fabbriche si sono fermate, le industrie prive di microcircuiti si sono indirizzate verso altri modelli, mandandone alcuni fuori produzione – argomenta Ghiraldo – Noi abbiamo una mancanza di prodotto da luglioagosto 2021, abbiamo finito le nostre scorte e non c’è una spinta verso gli acquisti. Il consumatore è molto disorientato da tutto questo però, anche in virtù della transizione ecologica, già a inizio 2021, alcune case hanno iniziato a proporre forme di vendita alternativa, noleggi più o meno lunghi con la possibilità di restituire la macchina dopo un periodo di utilizzo oppure di riscattarla».

Gli ingredienti sopracitati compongono un’unica ricetta: il mercato dell’auto nuova va giù. A febbraio, infatti, il mondo automobilistico italiano non ha dato segni di ripresa con 110.869 vetture immatricolate in Italia nel mese di febbraio di quest’anno contro le 143.161 di un anno fa, un segno negativo del 22,56 per cento. E Padova va anche peggio rispetto alla media nazionale: meno 23,71 per cento, frutto del raffronto tra le immatricolate del secondo mese del 2022 (1.770) e quelle del febbraio del 2021 (2.320). Assioma di questo quadro d’incertezza e poca propensione all’acquisto è dato dal mercato delle auto usate che nel 2021 si è confermato il canale preferito in Veneto. Lo scorso anno, secondo le tabelle Aci, sono stati effettuati 230.604 passaggi di proprietà netti di auto usate, in crescita del più 10 per cento sul 2020. E anche per il 2022 arrivano segnali positivi: secondo l’osservatorio di AutoScout24, tra i più importanti marketplace automotive a livello europeo e con sede ad Albignasego, nell’anno in corso quasi due utenti su dieci chehanno intenzione di acquistare un’auto usata dichiara di farlo soprattutto per la difficoltà nelle consegne di vetture nuove. Una crisi che sta quindi spostando l’interesse di molti utenti sull’usato, facendo crescere i prezzi: nel 2021 il costo medio delle auto usate in vendita in Veneto sul portale, pari a 18.890 euro, è aumentato del 12,9 per cento rispetto al 2020. E il mondo di seconda mano traccia possibili strade future nella scelta e nei gusti degli utenti: il 57,3 per cento delle richieste degli utenti veneti nel 2021 riguarda vetture diesel, a cui seguono le auto a benzina con il 34,2 per cento. Per ibride ed elettriche, invece, si è ancora agli inizi, con il 3,9 per cento delle richieste totali (comunque il valore più alto tra le regioni), ma a livello nazionale qualcosa inizia a muoversi: gli utenti che dichiaranodi voler acquistare questa tipologia di auto sono passati dal 3 per cento di un anno fa al 9 per cento attuale. Sta nascendo, quindi, anche nell’usato un mercato interessante, qui gli incentivi potrebbero avere un ruolo determinante.

Verniciature, batterie e sedili

Osservando il settore dall’alto e prima della pandemia, le imprese della componentistica automotive del Veneto al 2019 sono in 185, ovvero l’8 per cento delle imprese a livello nazionale. Per numerosità e dimensione, la regione Veneto siattesta al quarto posto in Italia alle spalle di Piemonte, Lombardia, ed Emilia-Romagna. La specificità del territorio è la presenza di numerose nicchie focalizzate sulla realizzazione di alcune fasi del processo produttivo (per esempio, la verniciatura) e nella produzione di alcuni componenti ad alta specializzazione (come batterie e sedili). Questi settori hanno di sé maggiore sbocco sui mercati esteri cosa che il lockdown ha frenato. Un altro punto a favore è che il 46 per cento delle imprese ha oltre il 10 per cento laureati, a fronte del 35 per cento nazionale.

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