FattiPiazzola sul Brenta. L’istituto Rolando da Piazzola sorge su terreni sede per decenni dell’industria chimica. Nel 2020 è emersa la grave contaminazione
Una scomoda eredità industriale è emersa durante gli scavi per l’ampliamento dell’istituto superiore Rolando da Piazzola a Piazzola sul Brenta: rifiuti chimici, sostanze inquinanti abbandonate nei terreni dove ora sorge la scuola da quella che fu un’importante azienda produttrice di concimi. «Questa scuola non doveva essere costruita qui – le cronache riportano la netta presa di posizione del preside, Gianpaolo Bustreo – ma dobbiamo far sì che questa sciagura impedisca in futuro il verificarsi di casi simili. Ora sono in atto le procedure di caratterizzazione per rilevare la presenza di queste sostanze nell’ambiente, ma vogliamo che vengano effettuate tutte le verifiche necessarie anche sulle persone che qui studiano e lavorano. Abbiamo diritto a sapere se qui ci sono pericoli per la nostra salute, quindi chiediamo che si valuti anche l’incidenza dell’esposizione su coloro che frequentano l’istituto e sul loro stato di salute». La storia è nota da un paio d’anni: durante alcune operazioni di scavo nel giardino della scuola sono riemersi rifiuti chimici risalenti a quando l’appezzamento era occupato prima dall’azienda Paolo Camerini, specializzata nella produzione di concimi perfosfati, e poi dal colosso della chimica Montecatini. Una storia industriale lunga decenni finita con la dismissione dell’impianto e la costruzione del plesso scolastico, negli anni Ottanta. Un capitolo che sembrava archiviato per sempre ma che nel 2020 è tornato agli onori delle cronache con il suo carico di contaminanti fra cui antimonio, cadmio, arsenico e mercurio tali da spingere la Provincia di Padova a delimitare la zona del giardino per quanto, invece, l’edificio scolastico continui a risultare salubre e quindi funzionante. Un’indagine condotta dall’Università di Padova sui decessi avvenuti in tre lustri ha evidenziato come, fra il 2013 e il 2018, l’incidenza della mortalità per tumori sia nella zona superiore dell’8 per cento alla media per gli uomini con un 16 per cento di probabilità in più che a essere intaccati siano i polmoni. Dati allarmanti ma, se non ancora esaustivi per trarre delle conclusioni a prova di dubbio, sufficienti per chiedere ulteriori approfondimenti e verifiche. In prima fila ancora la scuola che ha avviato un primo test a campione sul personale durante un turno di lavoro pieno, a cui dovrebbe seguire un secondo turno di test anche sugli studenti e gli ambienti, alla ricerca di prove capaci di chiarire una volta per tutte la situazione. Se i lavori di ampliamento della scuola si sono fermati, così non è stato per il processo di coinvolgimento degli studenti, del personale scolastico e delle famiglie in quella che sta prendendo sempre più la forma di un’indagine partecipata, coinvolgendo anche la comunità nella compilazione di un questionario sulla propria salute. C’è di che indagare a Piazzola, in effetti, se si pensa che oltre ai terreni di quella che fu la Montecatini da bonificare ci sono anche quelli della Valmasoni, con le loro tonnellate di rifiuti inquinanti.
Secondo uno studio condotto dall’Università di Padova, nella zona i casi di tumore superano dell’8 per cento la media provinciale, del 16 per cento se si considera il cancro al polmone.
