Chiesa | PresepiDue temi diversi ma ugualmente importanti quelli che ruotano attorno ai presepi delle parrocchie di Gallio, sull'altopiano, e di Codiverno (Vigonza): l'accoglienza di Dio e dei fratelli, nel primo. La semente che il Padre getta nel campo perché porti frutto, nel secondo.
L’accoglienza, cristianamente vissuta e messa in pratica, è seme che porta frutto. Due temi, quelli dell’accoglienza e della semente, che fanno da sfondo ai presepi delle parrocchie di Gallio e di Codiverno.
Nella parrocchia dell’Altopiano, il simbolo del Natale, realizzato con grandi sagome di legno, sarà completato la notte del 24 dicembre quando i fedeli poseranno tutti i soggetti attorno alla Natività. In queste domeniche d’Avvento, i vari personaggi del presepe vengono consegnati alle 17 contrade della zona
La sera della vigilia il ritrovo sarà nella piazza Giardini dove si terrà un momento iniziale con il raduno delle sagome. Poi a piedi si raggiungerà la seconda piazza dove i giovanissimi, con le fiaccole e il Vangelo, apriranno la processione silenziosa fino alla chiesa. Qui verranno posizionate le sagome del presepe e si apriranno le porte della chiesa per la messa della notte di Natale, con la lettura del salmo 23: “Alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria”. «La comunità si fonda sull’Eucaristia – afferma don Federico – è questa l’idea che vogliamo dare, la forza si prende da lì e dalla resurrezione di Gesù che ci fa capire che ciò che facciamo è eterno, se fatto però partendo dall’Eucaristia». La semente che Dio getta nel campo perché porti frutto, è il tema del presepe vivente di Codiverno. «Quest’anno vogliamo scoprire i vari modi con cui Dio ha visitato e visita il suo popolo – spiega don Fernando Fiscon – gettandovi la semente della sua Parola e del suo Amore, perché porti frutto. Stimolati anche dalla visita pastorale del vescovo Claudio alle comunità della nostra diocesi e dalle tracce di cammino dal titolo Il seminatore uscì a seminare…, siamo chiamati a riscoprire la nostra missione di continuare l’opera di Gesù, visitando i più deboli e fragili e permettendo alla semente buona che c’è in noi e attorno a noi di dare frutto». Il presepe tematico si estende su un’area di 1.300 metri quadrati, lungo un percorso di 200 metri, e coinvolge, fra personaggi che lo animano e guide che lo spiegano, oltre cento persone. La visita comincia all’interno della chiesa dove alcune scene riconducono a Dio che è venuto ad abitare in mezzo al suo popolo, seminando amore. All’esterno, il percorso prosegue con scene dell’Antico Testamento che richiamano la genesi, l’esodo, un villaggio palestinese con vari lavori artigianali, il censimento di Erode e i soldati romani. Poi il passaggio è al Nuovo Testamento con l’annunciazione, la visita di Maria alla cugina Elisabetta, l’incarnazione e la nascita di Gesù. E ancora Lazzaro e il ricco Epulone e la scena cardine del presepe: Gesù che racconta la parabola del seminatore. Il seminatore uscì a seminare e trovò terreni diversi
Nel presepe è presente anche la figura di Madre Teresa di Calcutta testimone del nostro tempo, esempio di santa che ha seminato amore attorno a sé. Il gruppo dei giovanissimi invece, insieme agli educatori e in seguito all’esperienza di camposcuola vissuta a San Severino Marche, indaga la presenza-assenza di Dio davanti alle tragedie, come il terremoto e la distruzione che porta con sé. Il percorso si conclude in un angolo dove la scuola dell’infanzia rappresenta a suo modo il tema del presepe e consegna ai visitatori un sacchettino di sementi, da seminare ritornando alla propria casa.
Oltre 100 natività per la 20a edizione sono ammirabili alla chiesetta di Santa Margherita. Dal 25 dicembre al 6 gennaio e per le due domeniche successive: 10-12.30 e 15.30-19.30. Informazioni: parrocchia di Rotzo, 0424-691004.
I cento presepi di Rotzo
