FattiSaranno 375 milioni gli europei che tra il 6 e il 9 giugno (in Italia l’8 e il 9 giugno) saranno chiamati a eleggere i 720 nuovi membri del Parlamento Europeo. In gioco c’è la sorte dell’Unione, nata come sogno di pace sulle ceneri di due conflitti mondiali che hanno causato milioni di morti in popoli fratelli.
Oggi l’Ue appare a un bivio: accelerare l’integrazione per esprimere un ruolo di primo piano di fronte alle sfide epocali che ci interpellano oppure fermarsi in mezzo al guado per continuare a generare risorse di fronte a una serie di necessità dei singoli stati membri. La direzione che prenderà l’Ue dipenderà molto dalla maggioranza che le urne installeranno nell’Eurocamera. In queste pagine trovano quindi posto alcune riflessioni, scritte in questi giorni dalla presidenza del Consiglio pastorale diocesano di Padova e dai responsabili dell’Azione Cattolica delle 15 Diocesi del Triveneto. Inoltre abbiamo intervistato otto tra i numerosi candidati tra cui saremo chiamati a votare. Abbiamo chiesto loro quale modello di Europa hanno in mente e quale sarà la loro priorità se eletti
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