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Ultimo commento alle letture della domenica – sulla Difesa del 23 novembre – per don Francesco Farronato (per ora, non si sa mai cosa può riservare il futuro… ndr). Si è concluso il terzo anno del “ciclo delle letture” e così anche il suo appuntamento con i lettori.
Quando l’abbiamo presentato come nuovo commentatore, sulla Difesa del 27 novembre 2022, ci ha detto che non si sarebbe firmato con il suo nome, ma con “frate Silenzio”. Il riferimento era, prima di tutto, alla trasmissione radiofonica “Oceano di silenzio” che su Erre 3 – la radio diocesana (che poi ha preso altri nomi e altre “forme”) – ha condotto dal 1976 al 2013. Ma, ci ha detto don Francesco in quell’occasione, c’è anche dell’altro: «Il riferimento è a Francesco d’Assisi che, lasciato l’abito del giovane ricco, ha scelto di “ridurre” tutto all’ascolto della Parola. E questo è possibile solo nel silenzio. A cui “risponderà”, nel commento che proporrò ogni domenica, sorella allodola. Com’è avvenuto alla morte di Francesco – la notte del 3 ottobre 1226 – quando, le allodole, pur non amando il buio, cantarono di giubilo».
Don Francesco, per tre anni hai accompagnato i lettori “dentro” la Parola di Dio. Come hai vissuto questa esperienza?
«Splendidamente, perché poter passare il gusto della sapienza della vita a chi la cerca con appetito settimanale fa volare. È un sogno di chi insegna, far venire voglia a chi ti ascolta di andare più avanti».
Cosa senti di aver imparato da questo tratto di strada in cui il tuo “rapporto” con la Parola è stato condiviso con altre persone… che non incontravi fisicamente, ma sulle pagine del settimanale diocesano?
«Ho ancora una volta goduto della fecondità della Parola di Dio, inesauribile. Parole piccole le mie, scritte in punta di penna nel silenzio di una stanza, che sanno arrivare a passi leggeri in punta d’anima a illuminare volti che forse mai avrò occasione di incontrare. Impasto di mille ingredienti ma soprattutto mistero di Grazia».
Cos’è che ti ha guidato, di domenica in domenica, nel tuo commentare le letture della liturgia… perché la luce della Parola raggiungesse realmente tutti?
«Scrivevo soltanto di quello che mi cantava dentro. Le righe, che sono arrivate sul foglio, sanno di libertà interiore, non riflettono studio ma vivono di passione, soprattutto domandano scusa di non essere state sufficientemente saporose. Il meglio, lo so, è quello che non sono riuscito a esprimere, ma che se ci tornavi sopra lo coglievi subito dietro l’inchiostro».
Prova, giusto con tre parole, a fare un piccolo bilancio di questo tratto di strada…
«Una fame immensa, una riconoscenza assoluta, una felicità intima tanto, tanto serena».
I commenti dell’anno A sono ora raccolti in una pubblicazione, che – potremmo dire – li “amplifica” ancora di più, perché viaggia anche su altri canali oltre alla Difesa. Come vivi, don Francesco, questo arrivare della Parola – grazie al tuo servizio – nelle mani di tanti?
«Come una madre che lancia i suoi figli alla vita, come un artista che, dato l’ultimo colpo di pennello, non dice «è finita», ma sente che tutto ricomincia, ancora una volta. Sempre più al largo per il bene di tutti. Grazie».
I commenti spirituali alla liturgia domenicale dell’anno A, pubblicati da don Francesco Farronato sulla Difesa del popolo, sono raccolti nel volume Sottosopra e viceversa.