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È la raccomandazione che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato stamani ai circa settemila giovani arrivati al borgo di Rondine con la marcia della pace partita da Arezzo. Il capo dello Stato ha aperto il Festival Youtopic, che ogni anno raduna nella Cittadella della pace sulle colline aretine migliaia di ragazzi e ragazze. Mattarella ha risposto alle domande di Lorenzo e Chiara, due dei ragazzi che frequentano le scuole superiori a Rondine.
La pace, ha affermato Mattarella, è un concetto “espresso nelle nostra Costituzione non solo nel testo, dall’articolo 11 a tutto il suo tessuto normativo, ma anche dal sentimento comune che ha prodotto allora la Costituzione, che è quello di cercare pace e riconciliazione tra i popoli, anche quando si è stati costretti a fare uso delle armi l’obiettivo era sempre quello della riconciliazione tra i popoli, anche in queste contrade”. Il presidente ha anche citato “il nuovo Pontefice che ho visitato in Vaticano portandogli l’affetto dell’Italia”. Mattarella ha parlato quindi del percorso che ha portato all’Europa unita: “Il mondo di pace, il disarmo progressivo e generale con accordi di abbassamento degli arsenali nucleari, è stato stravolto in questi ultimi anni dalle guerre in Europa e intorno all’Europa, dalla volontà di dominio sugli altri popoli, dal desiderio di creare condizioni di vantaggio militare alterando la condizione di equilibrio”.
Al suo arrivo, Mattarella era stato accolto dal presidente e fondatore di Rondine, Franco Vaccari: “Questo luogo – ha detto – è testimone del coraggio dei giovani che provenienti da terre lacerate dalle guerre non si rassegnano alla logica dell’odio e del nemico né all’inevitabilità della guerra. Vivendo insieme giorno dopo giorno, trasformando l’inimicizia ereditata in amicizia, diventano liberi”. Ad accogliere Mattarella anche Alberto, Luciano e Federica, i tre figli di Liliana Segre, insieme al card. Gualtiero Bassetti, al segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, al vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Andrea Migliavacca. Forti, all’arrivo del presidente della Repubblica, gli applausi entusiasti dei tanti giovani, che insieme a Mattarella hanno ascoltato anche le testimonianze di alcuni degli studenti che frequentano i corsi di Rondine, provenienti da diversi Paesi in guerra. Come Bernadette che viene dal Mali, 24 anni: “La guerra – ha raccontato – mi ha rubato l’infanzia, ma non la mia speranza. Oggi sono qui per portare la voce di una gioventù coraggiosa che aspira a una pace autentica”. È stata lei a portare la voce dei tanti studenti che arrivano a Rondine dall’Africa, dai Balcani, dal Medio Oriente, dall’America Latina, dal Caucaso. “A nome dei miei compagni, chiedo di compiere passi importanti per la pace in Ucraina e a Gaza. Smettere di investire nelle armi, condannare i crimini di guerra e ogni forma di odio promuovendo la convivenza e la riconciliazione”.