Fatti
Salboro. Per il Tar veneto l’antenna rimane
Salboro Nonostante la prossimità con l’oratorio di Pozzoveggiani, il ripetitore telefonico può restare lì dov’è. In una lettera, il malumore di alcuni residenti
FattiSalboro Nonostante la prossimità con l’oratorio di Pozzoveggiani, il ripetitore telefonico può restare lì dov’è. In una lettera, il malumore di alcuni residenti
La battaglia legale contro l’antenna di Pozzoveggiani, a Salboro, frazione di Padova si conclude al momento con una doppia sconfitta per i ricorrenti. Il Tar del Veneto ha respinto entrambi i ricorsi presentati contro l’installazione del ripetitore alto 300 metri dell’azienda di telefonia Inwit. Lo scorso 21 gennaio si è tenuta la discussione sui due ricorsi avanzati rispettivamente dall’associazione SalboroIncontra e dai proprietari di un terreno adiacente all’area in cui il ripetitore, color azzurrino, è stato parzialmente installato. E qualche giorno fa sono stati resi noti i motivi della sentenza: il Tar ha rigettato l’istanza, ritenendo che l’oratorio della chiesa di San Michele Arcangelo, le cui origini risalgono al Cinquecento e indicata dall’associazione come bene da tutelare, non sia direttamente prospiciente all’area in cui sorge l’antenna, né confinante con essa. Inoltre, la distanza di oltre 150 metri tra il ripetitore e la chiesa ha giocato un ruolo determinante nella decisione dei giudici.
L’associazione SalboroIncontra ha espresso forte delusione per la decisione del Tar. Sul suo profilo Facebook, a firma del presidente Flavio Dalla Libera e del vice Eugenio Grolia, si legge che «desta sorpresa la decisione del Tar Veneto, che ha respinto il nostro ricorso… Continua a sembrarci grave che quando è stata chiesta l’autorizzazione per l’antenna non sia stata neanche menzionata l’esistenza della vicinissima chiesa. Anzi, chi ha chiesto di fare l’antenna ha prodotto foto dell’area da tutte le angolazioni possibili, fuorché da quelle che avrebbero reso evidente la vicinanza della chiesa. Questo ha fatto sì che nel rilascio dell’autorizzazione la chiesa non sia stata nemmeno considerata, quasi si trattasse di un oggetto inesistente». La polemica include anche Soprintendenza e amministrazione comunale, accusate di non aver svolto un’istruttoria adeguata. «Forse perché agosto è periodo feriale, la Soprintendenza non ha trovato il tempo di verificare quanto stava accadendo», si legge infine nel comunicato.