Fatti
“Se non c’è la pace tutto il mondo finisce per essere un Lager”: la storia di don Daniele Longhi, sacerdote deportato a Bolzano
Arrestato a Bolzano il 19 dicembre 1944, perché sospettato di essere un membro del Comitato di liberazione nazionale clandestino, interrogato dalla Gestapo, venne poi condotto nel Lager di via Resia, nel blocco celle. Gli furono assegnati il triangolo rosso, che distingueva i deportati politici, e il numero di matricola 7.459. Così come altri internati nel campo di concentramento di Bolzano, anche don Longhi era destinato alla deportazione in un Lager d’Oltralpe. Rinchiuso con decine di altri detenuti sui carri bestiame il 25 febbraio 1945 in via Pacinotti, nella zona industriale di Bolzano, tornò invece nel Lager di via Resia perché i bombardamenti alleati avevano distrutto i binari della linea del Brennero