Chiesa | DiocesiDio come “presenza” Dal suo osservatorio al Centro universitario, don Giorgio Bezze evidenzia come i giovani cerchino in Lui delle risposte ai grandi quesiti
Molto spesso si è portati a pensare i giovani come lontani da Dio e soprattutto dalla Chiesa. Che ci sia un drastico calo dei ragazzi che si dichiarano cattolici (dal 56 per cento del 2013 al 32 per cento del 2023), soprattutto dopo la pandemia, e in particolare nel Nordest, è un dato ormai conosciuto. Tuttavia, per capire i giovani, anche dal punto di vista religioso, bisogna ascoltarli, vivere momenti di condivisione su più fronti, avere la pazienza dei tempi lunghi per arrivare a qualche risultato. Solo così non si cadrà nel rischio di un’insensata generalizzazione, ma ci si accorgerà che c’è una soggettività diversifica, fatta di sensibilità, esperienze e storie personali diverse. Se si assume questo atteggiamento, è possibile scoprire che, dietro all’apparente disinteresse verso tutto ciò che riguarda la religione, ci sono delle forme di spiritualità inedite, seppur problematiche e poco serene, che si allontanano dalla forma istituzionale di Chiesa, ma non dalla fede. Infatti, dai racconti personali e dagli scambi che ho potuto condividere al Centro universitario, emerge che la maggior parte dei giovani percepisce Dio non come una figura tramandata dal catechismo, ma piuttosto come una presenza indefinita spesso espressa in forme molto personali e poetiche, da ricercare nelle relazioni interpersonali, negli accadimenti della vita o nella natura delle cose. O ancora, come una presenza a cui rivolgersi, con cui parlare in un dialogo personale, intimo e libero dai rigidi modelli tramandati dal passato; una presenza che suscita domande perché ancora carica di mistero, e che provoca a dare risposta ai perenni interrogativi della vita: perché il male, perché la morte, che cosa sarà il nostro futuro? Il discorso della fede va di pari passo con un ambiente favorevole. Le domande, infatti, non emergono solo individualmente, ma anche se si crea un ambiente a ciò favorevole, che è rappresentato da occasioni di convivialità e fraternità, che al Centro cerchiamo di offrire. Del resto, è proprio attorno a un pasto, che Gesù accoglie le domande e i bisogni più profondi delle donne e degli uomini, e si rivela come loro Salvatore. Vale la pena, quindi, di non scoraggiarsi di fronte ai comportamenti dei giovani, ma di offrire loro educatori che sanno reinterpretare le nuove forme di religiosità e che li sanno accompagnare nell’affascinante e misterioso percorso che è la vita.
Sabato 22 febbraio alle 16 nella chiesa del Corpus Domini a Padova (Via Santa Lucia), sede dell’adorazione perpetua, ci sarà un momento speciale di adorazione eucaristica dedicata a bambini e ragazzi. Accompagna la preghiera don Francesco Buono, presbitero di Perugia che da alcuni anni cura e propone simili esperienze per i piccoli. Alle 17, celebrazione della messa e a seguire merenda. Per informazioni: monasterowifi.padova@ gmail.com
