Mosaico | Sagre e FesteA Sandon, durante la sagra intitolata a san Giacomo, in programma dal 24 al 30 luglio, i due patroni (Giacomo e Agata) faranno il loro ingresso in chiesa sotto forma di icone. Più precisamente, saranno presentati alla comunità, portati di persona da due famiglie della parrocchia, in occasione della messa delle 10 domenica 27 luglio, presieduta dal vescovo Antonio Mattiazzo.
Costicine, bigoli, mazurche e numeretti delle pesche di beneficenza. A dare il là a questi e a tanti altri classici delle nostre sagre paesane ci pensano il più delle volte i santi patroni, numi tutelari scelti nei secoli per guidare dall’alto questi agglomerati di cuori, di case e di progetti che chiamiamo parrocchie. Dopo un anno di duro lavoro, la sagra (che qualcuno, giustamente, si ostina a chiamare festa patronale) non è che l’occasione per ringraziare insieme i patroni, chiedere di nuovo la loro protezione e ritrovarsi tutti insieme come comunità. A ricoprire il delicato incarico di custode, nella parrocchia di Sandon, nel Veneziano, ci pensano addirittura in due: il primo è san Giacomo apostolo, la seconda è sant’Agata, martire quindicenne del terzo secolo dopo Cristo.
Domenica 27 la messa col vescovoDurante la sagra intitolata a san Giacomo, in programma dal 24 al 30 luglio, i due patroni faranno il loro ingresso in chiesa sotto forma di icone. Più precisamente, saranno presentati alla comunità, portati di persona da due famiglie della parrocchia, in occasione della messa delle 10 domenica 27 luglio, presieduta dal vescovo Antonio Mattiazzo. «Le icone – racconta don Federico Zago, amministratore parrocchiale in fase di trasferimento a Foza – non saranno per noi tanto degli oggetti d’arte utili a impreziosire la chiesa. Le metteremo una a destra, l’altra a sinistra del presbiterio, come fossero dei post-it, quei foglietti adesivi che attacchiamo ovunque per ricordarci le cose più urgenti. Vogliamo che san Giacomo e sant’Agata ci ricordino, ogni volta che andiamo in chiesa, ciò a cui siamo chiamati». I riferimenti, resi opera d’arte dalla maestria dell’iconografa padovana Federica Inama, sono eloquenti: «San Giacomo apostolo ha con sé i suoi scritti, una conchiglia e il bastone del pellegrino, per ricordarci da una parte la centralità della parola di Dio, attraverso le lettere che ha scritto; dall’altra, con il suo essere simbolo dell’antica via di Santiago di Compostela, l’importanza del camminare, di seguire Cristo, di essere pellegrini su questa terra. Sant’Agata, invece, qui non è raffigurata con il seno tagliato, come normalmente avviene nell’iconografia classica: la nostra scelta, decisamente meno macabra, farà tenere in mano alla nostra santa la chiesa di Sandon. Lei rappresenta la fedeltà della chiesa a Cristo. Siamo chiamati a essere seguaci di Cristo, imitatori di questi santi: non ci verrà chiesto di versare sangue come loro, ma sudore e fatica in famiglia, a scuola, nel lavoro, questo sì. La meta è ugualmente importante».
Un legame forte con i patroniChe il legame con i santi patroni non sia qualcosa di improvvisato, a Sandon, lo si può capire anche dalla festa, lo scorso anno, in occasione dell’arrivo in chiesa di una statua raffigurante san Giacomo. Il grande atteso però è lui, il vescovo Antonio: «Siamo davvero contenti possa essere con noi – dichiara don Zago – è forte il suo legame con Sandon. Sarà la comunità ad accoglierlo, la messa delle 10 è stata pensata fin nei più piccoli particolari dal consiglio pastorale: questo significa che siamo una parrocchia matura, dove i laici hanno un ruolo importante». E aggiunge: «È bello poter sentire, per una parrocchia ai confini della diocesi, la presenza così vicina del suo pastore. Sarà come, per dei figli, accogliere con gioia il padre che torna a casa».
Sette giorni di festa all’insegna della tradizioneLa presenza del vescovo Antonio sarà il culmine di sette giorni di festa: «È una sagra tradizionale – ammette don Federico – ma la differenza la fanno le persone. Molti, da fuori, si stupiscono nel trovare così tanti sorrisi e un’accoglienza così cordiale: per noi è la normalità, frutto di un cammino durato un anno intero». Tra i piatti, bigoli, grigliate e salsicce, con una novità: «Martedì 29 luglio sarà dedicato ai giovani, con l’esibizione del complesso La mente di Tetsuja, con un repertorio di sigle dei cartoni animati. Per quella sera saranno proposti panini veloci, anelli di cipolla e patate fritte».
Spazio anche ai giovaniUna curiosità attrarrà i giovani per tutte le sette serate: si tratta del “Big air bag”, arrivato a Sandon su segnalazione di alcuni componenti dello sci club di Fossò, che lo hanno visto in azione in montagna. Si tratta di un pallone gonfiabile, largo 15 metri e alto due e mezzo, sopra il quale lanciarsi in sicurezza da una gru alta sette metri. Per i meno arditi resta sempre aperta la ricca pesca di beneficenza e la tombola dell’ultima sera, con un montepremi di 1.350 euro. Una festa per una comunità in cammino: «In questi anni – confida don Federico – i volontari per le attività parrocchiali sono aumentati a dismisura. Le persone si impegnano perché sentono la comunità come una famiglia. Alla base di tutto c’è l’amore».
