Tre le tappe che hanno segnato il suo svolgimento, come riporta il settimanale on line della diocesi di Rieti, www.frontierarieti.com: la prima è un momento di raduno presso l’Auditorium della Laga dove sono risuonate due pagine evangeliche: quella del Buon Samaritano e i momenti dell’ultima cena, insieme a due catechesi di papa Leone, ascoltate dalla sua viva voce. La seconda tappa della veglia è stato l’attraversamento silenzioso di ciò che resta del paese, alla luce di piccole candele. Simbolica la sosta sotto la torre civica durante la processione, giunta al monumento ai caduti nel parco Don Giovanni Minozzi. Qui i nomi delle 239 vittime sono stati letti a uno a uno. Alle 3.36 la campana ha rotto il silenzio con tanti rintocchi quante sono state le vite spezzate dal sisma. La comunità di Amatrice si è poi ritrovata ieri mattina per la deposizione di una corona di fiori davanti al monumento alle vittime nel Parco Don Minozzi, e per la celebrazione della messa nell’attiguo palazzetto dello Sport, presieduta dal vescovo Vito Piccinonna. “Come sempre in punta di piedi desidero affacciarmi al vostro cuore e alla vostra vita – ha detto nell’omelia – specie in occasione di questo anniversario, che, anche per essere il nono, porta un di più di domande e di riflessioni ma, vorrei desiderarlo con voi, anche un di più di speranza nel cuore di ciascuno. Ne abbiamo bisogno, tanto”. Il presule ha esortato “non cedere alla chiusura, a non restringere il cuore: se la tua vita si allarga, se fai spazio agli altri, se ti accorgi degli ultimi, allora dalla Porta stretta che è Cristo sarai riconosciuto e sarai salvo”. Mons. Piccinonna ha insistito sulla necessità di uno sforzo condiviso: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta. Non arrendetevi. Coraggio, andate avanti, nella persuasione che da quella porta dobbiamo passarci tutti. Non ci possono essere entrate secondarie o preferenziali. Prima ancora che case e strutture, stiamo costruendo e ricostruendo la vita”. Prima di impartire la benedizione finale, il vescovo ha rinnovato i sentimenti di vicinanza e di preghiera per tutta la comunità amatriciana e ha ringraziato quanti hanno reso possibile le celebrazioni, per la prima volta, quest’anno, svoltesi senza politici e senza rappresentati delle istituzioni per volere del sindaco, Giorgio Cortellesi, e della sua giunta.