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Tribunale di Padova. Ultima generazione, è iniziato il processo per 12 attivisti
Dal blocco di via Venezia al Centro San Gaetano imbrattato: «La vita sul pianeta è a rischio. Governi fermi»
FattiDal blocco di via Venezia al Centro San Gaetano imbrattato: «La vita sul pianeta è a rischio. Governi fermi»
«Oggi processano noi, domani potreste essere voi». Mentre all’esterno del Palazzo di giustizia di Padova, un presidio di Ultima generazione con la partecipazione di Legambiente e Rifondazione Comunista, scandiva queste parole, lo scorso martedì 8 aprile si è aperto il processo davanti al giudice Vincenzo Santoro che vede tra gli imputati dodici attivisti del movimento di “resistenza climatica non violenta” come si definiscono. Tra loro studenti e lavoratori (quattro padovani, tre trevigiani, un veneziano, un bolognese, un veronese e un vicentino oltre a un pavese), accusati di blocco stradale, interruzione di pubblico servizio, deturpamento e imbrattamento di beni culturali, oltre alla mancata comunicazione preventiva delle manifestazioni. È già stata archiviata l’accusa di associazione a delinquere, mentre il pm Benedetto Roberti ha chiesto di procedere, sostenendo che si è andati oltre la semplice protesta pacifica, con atti che hanno violato la libertà altrui: «Nessuno mette in discussione i nobili principi che sono in gioco, ma c’è modo e modo di rappresentarli. Anche le libertà altrui vanno tutelate. E nessun questore negherebbe mai una manifestazione pacifica». Tra le sette azioni contestate: il blocco di via Venezia il 29 aprile 2024, l’imbrattamento del Centro San Gaetano durante un forum sull’energia l’11 maggio, il blocco sul cavalcavia di Chiesanuova il 10 giugno, una performance nella Cappella degli Scrovegni ad agosto, due proteste alla sede regionale della Lega a settembre e infine il blocco in corso Australia il 6 ottobre. «La situazione è davvero grave, i mattoni fondamentali che permettono la vita sul pianeta, vengono messi a rischio – sono le dichiarazioni di Leonardo, 29, anni, riportate da Ultima generazione – Quindi la scelta di fare delle azioni che sono qui a processo con me, è stata un agire collettivo per tentare di portare, in modo non ignorabile, il messaggio che è tardi. Dobbiamo fare qualcosa, e i governi che pure hanno promesso di agire se ne stanno dimenticando e continuano a fare il profitto di pochi rispetto al bene di tutti». L’udienza è stata rinviata al 27 maggio.