Chiesa | DiocesiTribunale ecclesiastico regionale Triveneto Presentata da mons. Tiziano Vanzetto l’attività 2024
«Consolidare il principio di prossimità invocato dal motu proprio Mitis Judex sul processo matrimoniale». Dopo aver illustrato i cambiamenti nell’organigramma del Tribunale ecclesiastico regionale del Triveneto (Tert), cominciando dalla novità che lo riguarda più da vicino, con il suo nuovo incarico di vicario giudiziale, mons. Tiziano Vanzetto riassume obiettivi e dati salienti dell’attività nel 2024. L’ha fatto all’inaugurazione dell’anno giudiziario, che si è tenuta lunedì scorso. «Per favorire il confronto tra i giudici e un’equa distribuzione del lavoro si è previsto che nei collegi giudicanti il giudice istruttore svolga il suo compito nella sede della Diocesi più vicina alle parti, mentre gli altri due giudici, per un confronto più allargato, sono scelti da altre Diocesi. La decisione è presa nella sede centrale, a Zelarino». Le nuove cause nel 2024 sono state 133 (181 nel 2023); 350 erano quelle pendenti: ne sono state concluse 144. Ne restano pendenti 339. Avere figli può costituire una remora sulla scelta di far dichiarare la nullità di un matrimonio? «Può sembrare che, se il matrimonio è riconosciuto nullo, i figli non siano più legittimi e reali, ma non è così. Dal punto di vista educativo, anzi è l’occasione per insegnare loro l’importanza di costruire una relazione su basi davvero solide». Nel 2024 le cause terminate con sentenza di nullità sono state il 92,3 per cento. Vuol dire che una causa di nullità ha normalmente ottime probabilità di successo. Un dato che lascia intravedere la possibilità di incrementare il ricorso al cosiddetto “processo breve” (quattro nel 2024, tutti conclusi con sentenza affermativa): «Questo è vero se, il processo viene preparato bene da chi se ne prende cura sulla base di prove già abbastanza evidenti». Tra i capi di nullità esaminati nel 2024, quelli in assoluto più frequenti riguardano l’incapacità al consenso matrimoniale, per grave difetto di giudizio o per la non assunzione delle obbligazioni essenziali: rispettivamente 150 e 127 sui 348 capi complessivamente dedotti. Un dato percentualmente in costante aumento negli ultimi anni: «La realtà cambia in modo veloce. Molte coppie si sposano dopo anni di convivenza e hanno figli. È un problema di accompagnamento al matrimonio. Nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia è prevista una sorta di “elastico catecumenato”, abbastanza lungo. Se pensiamo che un corso di preparazione al matrimonio dura mediamente 7-8 incontri, quando non un solo fine settimana… è difficile per un operatore pastorale conoscere bene la coppia, capire cosa sta vivendo, perché chiede di sposarsi. Se mancano evidenze di incapacità, il sacerdote non può opporsi al matrimonio. C’è una fragilità culturale generale. Le giovani coppie sono in se stesse fragili, perché vivono un cambiamento; e spesso la convivenza illude che le cose andranno bene». Manca un aggancio alla vita della comunità ecclesiale… «A volte è così. Oggi esistono proposte di supporto, come gruppi famiglia, le équipes Notre-Dame… A Camposampiero, ad esempio, i frati del Santo organizzano corsi di preparazione al matrimonio che durano due anni, incontrando le coppie una volta al mese». Mons. Vanzetto mette in evidenza altri due dati. Il gratuito patrocinio è stato richiesto da 74 attori in 144 cause terminate (126 in 293 cause nel 2023): «Per concederlo non guardiamo solo al reddito dell’anno precedente, ma alla condizione economica complessiva, che tiene conto di quanto le persone devono spendere, se hanno mutui accesi, quanti figli…». Infine, su 144 convenuti, 34 non si sono presentati. Quanto conta la difficoltà emotiva? «Spesso c’è la rabbia: la persona si sente trattata ingiustamente o anche, non essendo credente, non le interessano le implicazioni ecclesiali. Desideriamo favorire la partecipazione del convenuto».
Giovanni Carnio
