IdeeLa testimonianza di Roberto Maculan di Missionland che si spinge nel cuore del conflitto per portare umanità e viveri necessari a chi è rimasto lì e non può scappare
«Vedo un anziano, cieco, che viene su da sottoterra, battendo il bastone lungo la scala. Si siede all’aperto su una sedia che ha coperto con un nylon per non trovarla sommersa dalla neve. Fa meno 15 gradi là fuori. Chi lo vuole uno così? Dove vuoi che possa scappare?». La voce di Roberto Maculan si rompe per l’emozione, il ricordo dell’ultimo viaggio in Ucraina si fa sentire anche oggi (giovedì 16 febbraio, ndg) che mancano pochi giorni a una nuova partenza. Vicentino, classe 1958, con la sua Missionland è un veterano delle missioni umanitarie, ma l’Ucraina l’ha segnato particolarmente. «Vedere un’anziana zoppa arrivare dal confine, trascinandosi appresso un carrettino di ferro, per venirsi a prendere scatolette di tonno, due pacchi di pasta e del panbiscotto che le porto da Carrè (Vicenza) mi manda fuori di testa – spiega il presidente dell’associazione – Ho visto cose che non pensavo potessero esistere: questi si sono scavati delle tane sottoterra, come i topi. Fosse uno scantinato capirei ma le pareti sono di terra. Sono dei buchi nel terreno dove hanno inventato letti e stufe di blocchi e terra per scaldarsi, ma che non possono accendere con regolarità per non attirare l’attenzione perché quando fa freddo il fumo si può vedere a grande distanza. Così abbiamo caricato nel furgone anche delle stufette elettriche da far andare col generatore». È questo che si prepara a portare in Ucraina col prossimo viaggio la onlus vicentina: gruppi elettrogeni, generi alimentari e migliaia di euro in farmaci donati dal Banco farmaceutico di Torino. Torna nella regione di Kharkiv «con la lista della spesa», il volontario vicentino.
Ci sono rimaste 54 famiglie e 72 persone nel villaggio dove siamo stati l’ultima volta: lì c’è guerra, solo chi ha potuto è scappato. Eravamo a due chilometri dalla linea del fronte, sulle nostre teste sentivamo passare i caccia con il loro frastuono, e ci dicevano che fino a due ore prima sparavano a poca distanza» continua il suo racconto Roberto Maculan. Un flusso di coscienza dove quasi non esistono più nomi e luoghi tanta è la devastazione incontrata: niente città, pochi abitanti provati dalla vita e dall’esperienza di una guerra da cui non riescono a trovare scampo. «Andiamo una quarantina di chilometri oltre Kharkiv, nei villaggi che prima erano ucraini, poi sono stati occupati dai russi e ora riconquistati dagli ucraini. È tutto distrutto, sono rimasti i vecchi, i malati, le persone con handicap e i matti: non capiscono nulla della situazione e non credo gli importi che vinca Putin o meno».
«I gruppi elettrogeni che gli portiamo, cose piccole da 2 o 4 kilowatt, sono fondamentali per le piccole comunità – insiste Maculan – In questo viaggio collaboriamo anche con una grossa associazione di Vicenza che ci ha segnalato come in alcuni posti siano senza corrente elettrica dai primi di dicembre. Avevano già provato a inviare loro dei generatori ma non sono mai riusciti ad arrivare come i panettoni che ha regalato tutta Vicenza per festeggiare il Natale che sono nel nostro furgone ma che ora porteremo a destinazione». Da oltre trent’anni Roberto Maculan è in viaggio, le missioni umanitarie non si contano quasi più «so’ diventà vecio girando per il mondo, xè dal 1990 che go comincià a fare confusione» scherza, ma se non fosse per tutta l’esperienza maturata forse non riuscirebbe ad arrivare dove pochi altri si spingono. «Bisogna avvicinarsi ai checkpoint a passo d’uomo: noi siamo consapevoli delle nostre buone intenzioni ma non sai chi ti trovi davanti e se hai più paura tu o loro – racconta – una cosa che non avevo mai visto sono i manichini: da lontano vedi l’elmetto, la mimetica, il fucile ma poi avvicinandoti scopri che sono pupazzi che intanto però hanno fatto un effetto micidiale». Nulla è come sembra, insomma, tranne la distruzione, la morte e la paura.
Se possedete un generatore vecchio, ma funzionante potete donarlo a Missionland che lo consegnerà agli anziani e disabili rimasti in Ucraina. Contattare missionlan2001@gmail.com
