Ucraina: sotto attacco russo, città immerse nel buio. Mons. Yazlovetskyi (Caritas-Spes): “La solidarietà è più forte della paura”
L’Ucraina si trova sotto una nuova ondata di attacchi russi: droni e missili colpiscono città e infrastrutture energetiche, causando vittime e blackout diffusi. È la nuova strategia russa di “logoramento”. Il racconto di mons. Oleksandr Yazlovetskyi, presidente di Caritas-Spes Ucraina: “Praticamente viviamo senza elettricità. Ci sono solo poche ore di corrente al giorno ma, di notte, tutto è immerso nel buio”
Mirnograd (Foto: Polizia Nazionale dell'Ucraina/Ugcc)
“Praticamente viviamo senza elettricità. Ci sono solo poche ore di corrente al giorno ma, di notte, tutto è immerso nel buio”. È il racconto di mons. Oleksandr Yazlovetskyi, presidente di Caritas-Spes Ucraina e vescovo ausiliare della diocesi di Kyiv-Zhytomyr. “Non avevamo mai visto una situazione simile dall’inizio della guerra”, dice. “La nostra cattedrale, ad esempio, funziona esclusivamente grazie al grande generatore che abbiamo: appena salta la corrente, il generatore si attiva. Durante il giorno non si nota molto la mancanza di elettricità. Ma la sera, Kyiv sprofonda nel buio e ciò accade non solo qui ma in tutte le grandi città del Paese”.
L’Ucraina si trova sotto una nuova ondata di attacchi russi: droni e missili colpiscono città e infrastrutture energetiche, causando vittime e blackout diffusi. Il Cremlino ha cambiato approccio, puntando su una strategia di logoramento. Solo nella notte dell’8 novembre, l’Ucraina ha subito una delle offensive più imponenti dall’inizio del conflitto. Le forze russe hanno lanciato oltre 450 droni e 45 missili, colpendo infrastrutture energetiche e centri abitati in tutto il Paese.
Le difese ucraine hanno intercettato centinaia di bersagli, ma i danni restano devastanti.
Diverse regioni hanno affrontato blackout prolungati e interruzioni dei servizi essenziali. Molti quartieri della capitale sono rimasti senza luce per più di dieci ore consecutive.
“Fortunatamente – racconta il presidente di Caritas-Spes – il tempo è ancora abbastanza mite: non ha, cioè, ancora raggiunto le temperature gelide del nostro inverno. Per questo, negli appartamenti non si avverte ancora il gelo invernale. Tuttavia, chi usa l’elettricità per cucinare ne sente già la mancanza, soprattutto gli anziani e i bambini. Molte persone cercano di mangiare fuori, acquistando cibo da McDonald’s o da altri posti dove è possibile trovare qualcosa di pronto”. Le persone reagiscono, cercano di adattarsi usando generatori, candele o torce. “Nonostante tutto – conferma il vescovo -, la gente cerca di mantenere la calma e la speranza. Le chiese rimangono aperte, e spesso durante le ore di luce si celebra la messa o si prega insieme per la pace. Anche i sacerdoti e i volontari continuano ad aiutare chi è stato costretto a lasciare le proprie case a causa dei bombardamenti nell’est del Paese”.
“Si sente molta stanchezza, ma anche una profonda fede: la convinzione che Dio non abbandona nessuno e che la solidarietà tra le persone è più forte della paura”.
Sabato 8 novembre a Zaporizhzhia è stato inaugurato e benedetto un forno industriale in una panetteria della città gestita dai Frati Francescani Albertini. L’iniziativa è stata possibile grazie al sostegno dei Cavalieri di Colombo, in collaborazione con l’Elemosineria Apostolica, il Dicastero vaticano che ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Pontefice. “Le nuove attrezzature industriali aiutano molto i nostri panettieri e le persone che vengono da noi ogni giorno. Stiamo cercando di assicurarci che nessuno ci lasci senza pane”, ha detto fratel Maximilian Shmihelsky, che dirige l’opera di beneficenza dei Frati Albertini a Zaporizhzhia. Il panificio può ora cuocere circa 1.200 pani al giorno. Quasi 1.700 persone ricevono aiuto: sono senzatetto, sfollati e famiglie che hanno perso tutto. Con il sostegno dei Cavalieri di Colombo e di altri benefattori, gli albertini di Cracovia inviano ogni mese carichi di cibo a Zaporizhzhia – 15-20 tonnellate ciascuno – coprendo un percorso di oltre 1.300 chilometri.
Nel suo consueto videomessaggio settimanale, l’arcivescovo maggiore dei greco-cattolici ucraini, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, parla di una settimana che “sarà ricordata nella storia dell’Ucraina, dell’Europa e del mondo come una settimana di eroica resistenza del popolo ucraino agli occupanti russi”.
“Ma oggi affermiamo di nuovo: siamo vivi di speranza, di fede in Dio. L’Ucraina resiste, l’Ucraina combatte, l’Ucraina prega”.