MosaicoContinua la collaborazione fra Ucid Padova e Etimos Foundation: al via una campagna di raccolta fondi per sostenere il progetto Migraventure, che finanzia le idee di impresa di migranti che decidono di dar vita a un'attività imprenditoriale nel paese d'origine.
Realizzare prodotti della cucina tradizionale precotti e pronti da utilizzare, in modo da consentire di gustare i sapori della cucina senegalese anche a chi vive all’estero e non ha il tempo di dedicarsi alla lunga preparazione delle ricette originali della propria terra lontana. Il sogno di Aichatou Sarr si è finalmente avverato: migrante di origini senegalesi, è ora rientrata nel suo Paese natale, dove ha fondato un’attività imprenditoriale grazie al progetto Migraventure, nato per sostenere le idee di impresa di migranti che si preparano a “tornare a casa”.
All’iniziativa ideata da Etimos foundation, promossa dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni e finanziata dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha deciso di dare un contributo significativo anche Ucid Padova: se lo scorso anno l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti si era impegnata mettendo a disposizione un servizio di consulenza gratuito, sia nella fase di valutazione dei progetti sia nell’ambito della formazione, ora ha deciso di contribuire a sostenere il progetto in modo ancor più concreto. Nei giorni scorsi l’associazione ha, infatti, lanciato una campagna per finanziare il fondo rotativo destinato ai progetti di microcredito di Migraventure.
Lo scorso 1 febbraio a Padova un primo incontro informativo ha visto coinvolta la società civile padovana, ma l’obiettivo dell’associazione è quello di «proporre incontri simili anche nel territorio delle altre sezioni in Veneto – spiega il presidente Ucid Padova Flavio Zelco – Crediamo molto in questo progetto che va nella giusta direzione, perché supera la logica assistenzialistica in favore di quella generativa». A oggi sono dieci i progetti già finanziati, scelti a valle di una rigorosa procedura di selezione: i beneficiari sono stati poi coinvolti in un percorso di formazione e di coaching personalizzato.
«Interventi di questo tipo non possono essere limitati a piccoli numeri – spiega Davide Libralesso, responsabile programmi e relazioni internazionali di Etimos – questi primi progetti sono serviti a sperimentare un modello nuovo, che ha già dimostrato la sua validità. Ora speriamo che il sistema diventi una buona prassi da estendere su più ampia scala e anche per questo stiamo dialogando con il ministero».
Se il progetto di Etimos è nato dall’idea di sostenere i progetti d’impresa dei migranti, spesso l’incontro fra loro e gli imprenditori coinvolti nella formazione si è rivelato arricchente per entrambe le parti: «Da questo scambio fra imprenditori italiani e imprenditori o aspiranti imprenditori migranti – spiega Libralesso – sono nati rapporti di fiducia e da qui idee di partnership commerciali». Ora i primi beneficiari, con il supporto costante di Etimos e grazie al finanziamento ricevuto, sono impegnati nella fase di avvio delle nuove attività.
Se Aichatou Sarr ha deciso di puntare sulla produzione di cibo tradizionale, c’è chi come Ndjoumachoua Ndjomgoue Carel, in tasca una laurea di medicina conseguita in Italia, ha deciso di abbandonare il percorso sin qui intrapreso nel nostro Paese per ritornare in Camerun e realizzare il sogno nel cassetto di diventare imprenditore agricolo. E c’è anche chi ha deciso di dedicarsi all’allevamento di pesci o chi invece sta mettendo in piedi una casa di produzione
indipendente. Sogni e sfide diverse, ma perseguiti con la stessa tenacia e la stessa determinazione.
Per maggiori informazioni o per dare un contributo al progetto: migraventure@etimos.org
