«Un giubileo da vivere nella testimonianza quotidiana»

Alla vigilia dell'apertura della Porta della misericordia nella Cattedrale di Padova, il vescovo Claudio riflette sul senso del giubileo e sullo stile con cui la chiesa diocesana intende viverlo. Saranno cinque le porte sante: oltre alla Cattedrale, quelle della Basilica del Santo (si apre il 20 dicembre), del santuario di Terrassa Padovana (apertura l'11 febbraio), del santuario di San Leopoldo (apertura il 17 febbraio). E quella del carcere Due Palazzi, che il vescovo aprirà domenica 27 dicembre.Per leggere l'intervista iscriviti gratuitamente al sito.

Redazione

Siamo alla vigilia di un giubileo molto particolare, vissuto in un momento storico molto particolare. Che cosa rappresenta questo Giubileo oggi e qual è l’atteggiamento giusto viverlo?«Mi sembra che rappresenti l’invito a ritornare a ciò che è essenziale nella nostra vita di cristiani e nella nostra vita comunitaria, ecclesiale. Ciò che è essenziale è l’annuncio del Vangelo e il Vangelo ha come cuore la misericordia di Dio. Per questo motivo credo che questo sia il riferimento più importante e debba essere tradotto nella quotidianità. Mi spiego. Noi faremo alcune celebrazioni, il Papa stesso ha convocato in alcune occasioni molti cristiani a Roma e ci sarà molto movimento e molto pellegrinaggio. Però mi sembra che il senso di questi eventi sia quello di rendere possibile l’esperienza della misericordia nella quotidianità, nella normalità. Noi viviamo alcune celebrazioni per imparare “misericordia nella vita di tutti i giorni”, nelle cose di tutti i giorni. Sarebbe un po’ trascurare l’importanza di questo evento se lo riducessimo a iniziative o cose straorinarie. Tutt’altro. È il contrario, faremo qualche iniziativa straordinaria per poter dire che in ogni ambiente, in ogni casa, in ogni circostanza noi siamo invitati a vivere la misericordia del Signore. Forse questo è anche comprendibile se pensiamo all’idea di fare anche del carcere una delle sedi dove celebrare la misericordia. Perché proprio in quell’ambiente dove è riconosciuto l’errore noi possiamo annunciare la misericordia di Dio, non toglie nulla all’attenuamento della pena. Ma anche chi è in carcere, chi ha sbagliato, anche in modo molto grave, anche per loro c’è la misericordia del Signore e mi piacerebbe dire che se c’è per loro c’è anche per me e per tutti noi».

Una delle caratteristiche di questo Giubileo è poterlo vivere in ogni luogo. Questa è la chiesa in uscita?«Questa è la Chiesa in uscita che si fa carico non di se stessa, ma si fa carico di portare a ogni uomo e ogni donna che si trova in difficoltà la bella parola del Vangelo, che è parola di pace, di consolazione, parola di verità. Perché la pace e la consolazione camminano insieme con la verità. Di questa esperienza abbiamo bisogno nel nostro convivere sociale, nei nostri spazi di amicizia fraterna. Dobbiamo ritornare a considerare essenziali e fondamentali nella nostra vita quotidiana il vangelo e la misericordia di Dio».

Misericordia cosa vuol dire per noi nel nostro quotidiano? «È un cuore attento ai più deboli. Cuore che si fa carico delle ingiustizie per dare un contributo. Misericordia è promozione di giustizia, misericordia è ricerca anche di un futuro per chi è in difficoltà, tra i giovani, tra le famiglie, tra gli anziani, a chi si trova veramente provato nella vita L’attenzione a queste persone è misura della nostra cultura e della nostra civiltà».

Ascolta l’intervista radiofonica a BluradioVeneto

http://bluradioveneto.it/eventi-news/porte-aperte-misericordia